Ancora un sogno realizzato, un altro passo importante per il quartiere napoletano di Secondigliano dove è nato il “Secondigliano Special” un progetto che conferma nei fatti che lo sport è uno strumento di aggregazione, crescita e integrazione sociale. Si tratta della prima squadra paralimpica del quartiere, frutto della collaborazione tra Secondigliano ASD e le associazioni “Un Posto nel Mondo” e “La Battaglia di Andrea” (attive, queste ultime, nel mondo dell’autismo e delle disabilità). Il team parteciperà alle attività della FIGC – Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale, offrendo a tanti ragazzi e ragazze con disabilità l’opportunità di scendere in campo tra impegno e divertimento. “Il Secondigliano Special è molto più di una squadra”, spiega Elvira Terracciano, presidente dell’associazione Un Posto nel Mondo, “è un messaggio forte al nostro territorio che portiamo avanti insieme ad associazioni come La Battaglia di Andrea e, ovviamente, il Secondigliano Asd. Questo progetto ci ricorda che l’inclusione non è un favore, ma un diritto. E farlo attraverso lo sport, in una comunità che si mette in gioco, è un segnale bellissimo di speranza e futuro”.
Una iniziativa ambiziosa che prende vita in un luogo simbolo del quartiere: il campo del parco Laudati all’interno del Rione dei Fiori, recentemente riqualificato grazie all’impegno del Secondigliano ASD e al sostegno della Fondazione del Fatto Quotidiano, che ha contribuito con una raccolta fondi a restituire ai giovani del quartiere uno spazio sportivo sicuro e accogliente. “Con il Secondigliano Special realizziamo un sogno che avevamo sin dall’inizio: offrire a tutti, davvero a tutti, la possibilità di vivere il calcio come esperienza di crescita, gioia e condivisione”, commenta Vincenzo Strino, presidente del Secondigliano ASD, “Questo progetto è il risultato di un lavoro di squadra e di un’idea chiara di sport come strumento di inclusione sociale che va ad aggiungersi a ciò che già portiamo avanti con 200 piccoli atleti del territorio che studiano e giocano sotto l’occhio attento di allenatori, volontari e genitori. Vedere questi ragazzi scendere in campo, sorridere e sentirsi parte di qualcosa è la più grande vittoria”.
di Gabriella Bellini 

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