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Sardegna, famiglie adottive a rischio

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ROMA. “Non lasciateci sole!”. Questo l’ appello che le famiglie adottive sarde hanno lanciato a Marco Griffini, presidente dell’ associazione Amici dei Bambini (Ai.Bi.) da anni  impegnato nel settore delle adozioni internazionali.
L’ INIZIATIVA. In particolare ad essere in bilico è il progetto “Adozioni internazionali Sardegna”, che la regione aveva avviato nel 2009, un’ iniziativa di sostegno economico alle attività di quegli enti autorizzati che avessero aperto una sede operativa nell’isola per agevolare l’adozione internazionale delle famiglie sarde, sia sotto l’aspetto di minor costi (spese di viaggio non più necessarie, riduzione tariffe procedurali) sia per migliorare la qualità dell’accompagnamento delle stesse. Beneficiari di questo intervento, erano tre enti autorizzati costituitisi in un’intesa (Ai.Bi.,CIAI – Centro Italiano Aiuti all’Infanzia – e le Suore di San Gerolamo Emiliani), dall’altro i due enti NAAA (Network Aiuto Assistenza Accoglienza) e SOS Bambino International Adoption.
I PERICOLI. “Adozioni internazionali Sardegna” è giunto alla sua naturale scadenza e non è stato rinnovato dalla Regione: gli Enti Autorizzati dovranno, quindi, decidere se continuare a tenere aperte le proprie sedi, recuperando i costi dalle famiglie oppure se costringerle ad andare nuovamente sul “continente”. Per ora Ai.Bi. pur avendo cessato l’intesa con gli altri enti autorizzati, ha deciso di rimanere nell’isola, anche perché si è formato un Gruppo Familiare Locale, costituito da famiglie che, avendo conclusa la loro adozione, si sono impegnate ad accompagnare le nuove coppie nel loro percorso adottivo. Ma non è detto che Ai.Bi. riesca a tenere aperta la propria sede senza il sostegno delle altre realtà sarde. Da lunedì prossimo Marco Cremonte, il responsabile delle sedi Italia di “Amici dei Bambini”, si recherà in Sardegna per effettuare una serie di incontri istituzionali programmati con Regione Sardegna, Provincia e Comune di Cagliari e con alcune importanti realtà associative (fra cui ACLI e Domus de Luna).  Lo scopo? Studiare e valutare le concrete possibilità di dar seguito all’attività dell’Associazione a favore delle famiglie sarde. «L’intenzione di Ai.Bi. è di sviluppare sempre di più le attività di accompagnamento delle coppie- afferma il Presidente di Ai.Bi Marco Griffini –  è un momento di particolare crisi dell’adozione internazionale e occorre  una grande responsabilità per risolverla. D’altra parte abbiamo sempre creduto nella politica della “regionalizzazione” degli Enti Autorizzati, secondo la quale gli enti devono avere servizi capillari nelle regioni per essere più vicini alle famiglie: pertanto – conclude – noi ci impegneremo al massimo delle nostre possibilità e sono sicuro che la risposta degli amici sardi sarà positiva»

di Sabrina Rufolo

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