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WWF al CITES: “Poche azioni per fermare il traffico di avorio”

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ROMA- « Siamo estremamente delusi dalla mancanza di decisioni e azioni urgenti e puntuali decise da parte dei governi per accelerare il processo di sanzioni contro quegli Stati che da anni non sono riusciti ad agire con fermezza per ridurre il commercio illegale di avorio nel proprio paese, mentre il massacro di migliaia di elefanti l’anno continuava in Africa – ha detto Massimiliano Rocco, Responsabile Specie e TRAFFIC del WWF – tuttavia non ci fermeremo e monitoreremo che il Comitato permanente della CITES induca questi governi a rendere conto di quello che faranno nel prossimo anno».
IL DIBATTITO-  Così viene espressa la grande delusione del WWF per il voto contrario alle sanzioni commerciali nei confronti dei paesi che in questi anni non hanno contrastato il commercio di avorio. I Governi del mondo riuniti al tavolo della Conferenza Internazionale sul commercio di specie minacciate di estinzione (CITES), a Bangkok oggi hanno votato contro le sanzioni commerciali immediate nei confronti dei diversi paesi che hanno ripetutamente evitato di affrontare il commercio di avorio. Nonostante vi sia stata una discussione all’ inizio della Conferenza CITES su possibili sanzioni commerciali nei confronti dei paesi che non riescono o non si impegnano seriamente a regolare i loro mercati d’avorio, i Governi riuniti non hanno approvato quelle sanzioni proposte nei confronti di trasgressori come il Camerun, la Repubblica del Congo, la Repubblica Democratica del Congo, Egitto, Etiopia, Gabon, Mozambico, Nigeria e Uganda.«I governi sono a conoscenza da anni della mancanza di rispetto delle norme e delle azioni assai blande portate avanti da parte dei diversi paesi. Gli elefanti-spiega Rocco- che vivono nelle foreste in Africa centrale sono in rapido declino e oramai a corto di tempo. Speriamo che i governi accelerino il passo e si decidano a rivedere misure restrittive contro i paesi che violano le restrizioni sul commercio di avorio».
LA POSIZIONE- I peggiori trasgressori, compresi Cina e Thailandia dove c’è il picco della domanda , il paese ospitante per la riunione (Thailandia), così come Kenya, Tanzania, Uganda, Malesia, Filippine e Vietnam, dovrebbero essere affrontati in una sessione separata giovedì prossimo. «Ci auguriamo che i governi adotteranno una posizione più forte nei confronti di questi paesi considerati come il più grande problema quando si tratta di commercio di avorio illegale, e che dovrebbe includere molte più misure urgenti e incisive rispetto a quanto abbiamo visto oggi, ha continuato Rocco». In base alle norme del trattato, gli Stati membri della CITES possono raccomandare che le parti blocchino i rapporti commerciali con i paesi inadempienti nei confronti della tutela delle 35mila specie coperte dalla convenzione, dalle orchidee alle pelli coccodrillo. Le decisioni di martedì hanno riguardato argomenti come il bracconaggio di elefanti che ha raggiunto livelli di crisi. Fino a 30mila elefanti vengono massacrati ogni anno per alimentare il commercio illegale di avorio. Il commercio di avorio è stato regolato dalla CITES per la prima volta nel 1970.

di Mirella D’ Ambrosio

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