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Olio di palma e deforestazione, l’impegno di Greenpeace

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ROMA- La produzione di olio di palma è la prima causa della deforestazione in Indonesia. Come scoperto e denunciato nel rapporto di Greenpeace “Licenza di uccidere”, i fornitori di Wilmar sono stati coinvolti negli incendi forestali e nella distruzione degli habitat di specie minacciate come la tigre di Sumatra e l’orango del Borneo, così come nella frammentazione di aree forestali all’interno di diversi parchi nazionali.In particolare, negli ultimi mesi, a causa dello scandalo degli incendi forestali in Indonesia, si sono registrati altissimi livelli di inquinamento dell’aria fino a Singapore, proprio dove ha sede la multinazionale. La nuova politica a Deforestazione Zero di Wilmar mostra come il settore dell’olio di palma sia ben consapevole di contribuire al problema ma possa anche invertire la rotta. Un passo importante, ma che non accontenta Greenpeace, che chiede che questa politica venga implementata in modo corretto e immediato. “Come primo passo – si legge in una nota dell’organizzazione ambientalista-  Wilmar deve cancellare i contratti con i fornitori responsabili della deforestazione in Indonesia. A fare da apripista ad una strategia produttiva rispettosa delle foreste, l’azienda italianaFerrero che il mese scorso ha preso un ulteriore e definitivo impegno per dire No alla deforestazione per l’olio di palma. Ora la palla passa agli altri grandi rivenditori come Cargill, Musim Mas e Sime Darby. Chiediamo all’industria-conclude la nota-  una produzione di olio di palma responsabile. E come noi, lo chiede un numero sempre più cospicuo di consumatori in tutto il mondo”.

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