Un bene confiscato alla camorra restituito ai giovani del quartiere all’interno del quale saranno portati avanti laboratori di sartoria, di arte contemporanea e non solo. In via Roma Verso Scampia 110 arrivano i “Tessitori di Bene’’ in una struttura dove prima sorgevano un mobilificio e una scuola di ballo poi chiuse dopo il sequestro da parte dell’edificio, situato a Scampia e a poca distanza da Secondigliano, da parte dell’autorità giudiziaria. A portare avanti il progetto è la Fondazione Città Nuova Ets, vincitrice di un bando del Comune di Napoli e della Fondazione Con il Sud di durata decennale. Parte assolutamente attiva l’avrà il Centro Hurtado di viale della Resistenza, all’interno del quale è operativa da tempo una sartoria sociale che ha dato lavoro a diversi giovani del territorio che avevano interrotto precedentemente gli studi. “Tessitori di Bene’’ vede come partner progettuali la cooperativa sociale Orsa Maggiore, la Fondazione Jorit e l’Associazione di Promozione Sociale Chi Rom e Chi No.

Gli interventi

«Sarà uno spazio aperto alla cittadinanza dove fare mostre d’arte, convegni, incontri, orientamento per il territorio» annuncia il presidente della Fondazione Città Nuova Roberto Sanseverino che poi spiega: «Al piano terra facciamo la sartoria sociale (abbiamo rapporti con alcune aziende) mentre al primo piano creeremo un laboratorio di arte contemporanea per ragazzi con difficoltà cognitiva e un laboratorio di supporto al carnevale del Gridas di Scampia e uno spazio per accogliere gli artisti stranieri che verranno qui. Abbiamo coinvolto realtà che già operano sul territorio. Attualmente abbiamo oltre 100 ragazzi in viale della Resistenza al Centro Hurtado, siamo in stretto contatto con gli assistenti sociali in favore dei giovani del territorio. Il marchio Fatto @ Scampia della nostra sartoria, fondata da padre Valletti, lo utilizziamo noi». Sanseverino ricorda poi un particolare. «Il 22 maggio, quello dell’inaugurazione, si celebra Santa Rita, la santa delle grazie possibili.  Vuole essere un centro di collegamento tra Scampia e Secondigliano aperto a tutti». Soddisfatta anche Anna Florio, responsabile e coordinatore didattico delle attività formative del centro Hurtado e ora del progetto Tessitori di Bene. «Lavorare in un bene confiscato significa che il cambiamento è possibile attraverso un’azione comune e un lavoro congiunto. Abbiamo cominciato – ricorda Florio – con una formazione professionale che ha accolto i giovani del quartiere reduci da un abbandono scolastico. Per loro si è avviato un processo di riscatto e di inserimento lavorativo. Dunque è possibile lavorare per il bene di tutti». «È un segno importante per questo territorio, si sta facendo un grande lavoro in tutta la Campania per strappare le strutture alla criminalità organizzata per dare opportunità di lavoro ai più fragili. È questa la strada del futuro». A  dichiararlo, l’assessore regionale ai Beni Confiscati Mario Morcone.

Le testimonianze

A lavorare alla realizzazione dei prodotti Made in Scampia ci sono diversi giovani del territorio (e non solo) che hanno trovato una propria strada lavorativa. Tra queste ci sono Alessia, Maria, Fabiana. Qualcuna si occupa di realizzare i prodotti da rivendere, altre della parte grafica. All’unisono dicono: «È un passo ulteriore verso la rinascita del quartiere di Scampia. Sono anni che lavoriamo qui e oltre alla gioia abbiamo anche una grossa responsabilità verso i giovani dell’alternanza scuola-lavoro, che vengono affiancate da noi come noi all’epoca siamo state affiancate dai nostri tutor.

di Antonio Sabbatino

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