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Il volontariato italiano si autoconvoca

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ROMA- Il volontariato italiano si autoconvoca e lo fa coinvolgendo i suoi protagonisti e le sue organizzazioni per rimettere al centro dell’agenda politica la necessità di valorizzare un così importante patrimonio nazionale, e creare le condizioni che ne liberino ulteriormente le energie e ne rilancino i valori fondanti. L’appuntamento è per  il 9 maggio,  dalle ore 10.00 alle 17.00, presso il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza, Università di Roma (via Salaria 113).Intanto ieri, presso la sala stampa dell’Associazione Stampa Romana, è stata presentata la manifestazione promossa da CSVnet, Forum Nazionale del Terzo Settore e la sua Consulta del Volontariato, CNV, ConVol e Caritas Italiana.
I PROTAGONISTI-  «Siamo qui per presentare un evento straordinario nella storia del volontariato italiano che sta attraversando, come il Paese, una fase storica complicata»,  ha sottolineato  Pietro Barbieri, portavoce del Forum Nazionale del  Terzo Settore presentando l’iniziativa di auto convocazione.  La crisi economica, sociale, culturale e politica che investe il Paese richiama alla necessità ed al protagonismo del vasto mondo della solidarietà che raccoglie 4,5 milioni volontari ed esprime centinaia di migliaia di organizzazioni. «L’auto convocazione – ha proseguito Barbieri – vuole rappresentare un momento di impatto, un’espressione forte di quello che il volontariato vuole essere in questa fase storica. Per questo non è pensato come una sola giornata, ma come un percorso partecipato che consentirà al volontariato di essere protagonista, di esprimersi e di proporre la propria agenda. Crediamo di essere ora nel momento giusto per la realizzazione di questo percorso».  Per Stefano Tabò, presidente di CSVnet, l’autoconvocazione è l’occasione  per « dare voce al volontariato, una realtà diffusa in tutto il Paese in modo eterogeneo ma capace di esprimere valori condivisi come il dono, la gratuità, la partecipazione e la responsabilità che sono il presupposto su cui costruire l’Italia che verrà.  Nella Riforma del Terzo Settore- ha proseguito Tabò-  abbiamo visto evaporare il principio di sussidiarietà nella gestione dei Centri di Servizio; chiediamo che venga riconosciuta l’identità e l’autonomia del Volontariato, non solo la sua capacità di rispondere operativamente ai bisogni sociali».

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