Le nuove generazioni sono sempre più alle prese con l’iperconnessione. Cosa significa vivere in una società sempre più fagocitata dalla rete? Esistono in questo contesto elementi positivi o solo problematiche? Alberto D’Auria e Stefano Anselmi, psicologi e psicoterapeuti veronesi, nel saggio Essere adolescenti oggi. Opportunità e svantaggi di una generazione iperconnessa, per i tipi delle Edizioni Messaggero Padova (EMP), si sono interrogati su queste tematiche, cercando di stendere un vademecum con consigli, riflessioni e proposte per affrontare le problematiche giovanili legate alla pervasività della rete nelle nostre vite.

Nuove tecnologie e social media hanno rivoluzionato i modi di comunicare e interagire di tutti noi, ma a farne le spese sono in particolare i giovani, che si trovano immersi in un ambiente digitale complesso e dove la connessione è immediata e a prova di un clic, portando spesso a un uso compulsivo che genera dipendenza e a rifugiarsi in una realtà immaginaria caratterizzata da solitudine e isolamento emotivo.

Il libro propone una riflessione e un pensiero critico in relazione alle problematiche giovanili in questo tempo complesso e all’importanza di educare le nuove generazioni verso una crescita, che permetta loro di imparare a trarre beneficio dal corretto uso delle nuove tecnologie. Così gli autori nella prefazione al volume: «Il libro è stato scritto pensando e riflettendo sulla società odierna, sui nodi nevralgici fondamentali che si sono formati dopo il Covid e sull’attuale situazione di crisi esistenziale che sta severamente influenzando i nostri giovani. Desiderosi di dare un contributo onesto e sincero abbiamo scritto questo libro a quattro mani pensando e condividendo quegli aspetti che stanno avendo un notevole peso e una certa rilevanza sugli adolescenti e anche sugli adulti. Il mondo di oggi sembra essere sempre più coinvolto in un processo di rivoluzione che, tra il resto, presenta punti deboli che nascondono pericoli e insidie capaci di stravolgere la nostra quotidianità ed il nostro benessere. Viviamo in una società ipertecnologicizzata in cui gli strumenti come internet e i social media creano problematiche a cui è necessario porre una certa attenzione poiché minano, e talvolta distruggono, quei valori fondanti e fondamentali su cui si regge la nostra civiltà (come, per esempio, il senso del sacrificio, il buon senso, l’educazione) lasciando gradualmente il posto all’arroganza, alla superficialità e a un bisogno assoluto di avere e possedere tutto e subito. Perché sta succedendo questo? Quali strumenti abbiamo per contrastare i nuovi fenomeni che stanno emergendo tra i giovani? […] Nella società odierna, infatti, l’uso dei social è una delle attività più comuni tra gli adolescenti, tanto da diventare parte integrante della loro vita, un vero e proprio contesto in cui esprimere debolezze ed emozioni. La tradizionale socializzazione faccia a faccia è sempre più sostituita da comunicazioni virtuali, che consentono l’interazione con l’altro senza la necessità della presenza fisica degli interlocutori. Questo cambiamento sta portando a conseguenze a volte devastanti perché induce i ragazzi, e troppe volte anche gli adulti, a vivere rinchiusi in un mondo parallelo, virtuale, costruito, inventato, con regole ben definite e valori condivisi, dove spesso prevalgono l’immagine e l’avere invece dell’essere che, rimanendo confinato dentro ai margini di uno schermo, diviene falso e irreale. Risulta necessario allora, in qualità di terapeuti ma anche di educatori e genitori, cercare di capire meglio ciò che sta avvenendo in questo nuovo mondo, con uno sguardo aperto ma critico, per dare soluzioni e risposte adeguate ai giovani che si trovano intrappolati in un falso Sé e per garantire loro un nuovo futuro».

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