Finire sotto i riflettori, anche quando i casi di cronaca porterebbero altrove, lascia un senso di indignazione profondo. I residenti del Parco Verde di Caivano si sentono assediati da quando è emersa la notizia del presunto stupro subito da due ragazzine perpetrato da un branco di giovanissimi e su cui ora stanno indagando i carabinieri e la Procura di Napoli Nord. I sospettati, mstando a quanto emerso sin qui, non proverrebbero dal Parco Verde ma dal vicino rione Iacp di Caivano.

La rabbia dei residenti

«Se questi ragazzini abitano in un altro rione, perché devono sempre rompere le uova nel piatto qui?» si chiede Rosa, che gestisce al Parco Verde una salumeria, poco dopo la conclusione del corteo di martedì pomeriggio partito dalla chiesa San Paolo Apostolo e conclusosi dinanzi alla piscina Delphinia dove si sarebbero consumati i fatti. «Noi ci dissociamo rispetto a quanto successo, ma non è qui che i giornalisti devono venire – aggiunge Rosa – Si vedano i contesti familiari. Io sono la prima di 16 figli, quando sono venuta al Parco Verde nel 1985 non c’erano nemmeno le fogne, eppure abbiamo sempre lavorato» Arrabbiati sono anche due altri abitanti, entrambi di nome Vincenzo. «Don Maurizio Patriciello, la premier Giorgia Meloni vadano anche al Rione Iacp e non vengano solo qui – afferma il Vincenzo più giovane – È frustrante sapere che quando mio figlio di 15 anni dice di abitare al Parco Verde, gli altri gli dicono sempre “E come fai ad abitare lì’’? Io ho sempre lavorato, come così tantissime altre persone del posto. Basta speculazioni su di noi». «Qualcuno vuole fare passerella politica marciandoci sopra, non è più sopportabile una certa narrazione su di noi. Tutti a buttarsi come gli avvoltoi sulla preda» attacca l’altro Vincenzo.

L’attività di Bruno Mazza

Bruno Mazza, dell’associazione Un’Infanzia da vivere che si occupa di riqualificare gli spazi del posto, permettendo ai ragazzi di giocare in campetti rifatti e di impegnarsi in attività laboratoriali, è deciso a mettere alcuni puntini sulle ì. «Al Parco Verde abitano 6000 persone, su 10 indagati a Caivano, 2 sono del Parco Verde, 4 sono del Rione Iacp, 2 sono del Bronx e anche in altre zone di Caivano. Quindi è tutta la città che conosce queste violenze». Per Mazza «la battaglia per risollevare i ragazzi del Parco Verde non è impossibile da vincere se le istituzioni che erano presenti alla marcia, una volta spenti i riflettori, saranno presenti qui con noi. Tutti dobbiamo denunciare e impegnarci, a tale scopo da poco abbiamo inaugurato uno spazio che si chiama “Rompi il silenzio’’». E infine: «Nella piscina Delphina, un mese fa, ho trovato un ragazzo morto per overdose. Le famiglie sapevano come vivevano queste ragazzine, gli assistenti sociali dovevano intervenire prima».

La battaglia di don Maurizio Patriciello e il supporto di Luisa

«In questo quartiere non ho mai chiesto di venire e non ho mai chiesto di andare via perché mi sentirei un traditore», le parole di Don Maurizio Patriciello, parroco per molti punti di riferimento per gridare la voglia di legalità a Caivano, a margine del corteo di ieri. La presenza di un nugolo di cittadini e di rappresentanti istituzionali «mi conforta e mi conferma che bisogna chiamare a raccolta i buoni», l’aggiunta. A Caivano alla giornata di mobilitazione è arrivata anche Luisa, 85 anni, residente a Roma. «Nonostante il parere contrario delle mie figlie, visto che due mesi fa mi sono operata al cuore, ho preso il treno e sono venuta qui, un posto che non conoscevo, per dare solidarietà a Padre Maurizio conosciuto attraverso i mass media. L’ho fatto perché il Sud è sempre stato lasciato da parte e perché amo la mia Patria».  La prima impressione una volta giunta nell’area del Parco Verde e dello Iacp di Caivano? «Di solitudine» la risposta secca di Luisa.

di Antonio Sabbatino

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