Workshop di fine attività giovedì 29 maggio al Teatro San Gioacchino di Posillipo per i ragazzi de “I Fuori Ritmo’’, impegnati in laboratori teatrali e di musicoterapia promossi dalle associazioni Voce di Vento e Una Città Che. “Noi Siamo il barattolo di stelle’’ è il titolo della rappresentazione
Workshop di fine attività giovedì 29 maggio al Teatro San Gioacchino di Posillipo per i ragazzi de “I Fuori Ritmo’’, impegnati in laboratori teatrali e di musicoterapia promossi dalle associazioni Voce di Vento e Una Città Che ideatori del progetto denominato “Napoli è mille culture’’. “Noi Siamo il barattolo di stelle’’ è il titolo della rappresentazione che verrà messa in scena dai ragazzi con spettro autistico ad alto funzionamento e con altre neurodivergenze, che metteranno a frutto il lavoro durato mesi rientrante nel percorso “Dal Libro… al Teatro’’ tenutosi presso l’Ente Nazionale Sordi di Porta Nolana a Napoli e nato dal laboratorio “Lettura a Voce Alta’’. L’evento si svolge nell’ambito del progetto Periferie Inclusive, realizzato con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero della Disabilità e il sostegno con l’area Welfare del Comune di Napoli. A condurre l’evento sarà Ida Piccolo con la partecipazione di Michele Selillo e Cosimo Alberti.
L’obiettivo del lavoro
Mariarosaria Toso, vicepresidente di Voce di Vento, spiega come vengono articolati i laboratori di espressività teatrale, musicoterapia e arteterapia. «Ci mettiamo in cerchio e leggiamo dei libri mettendo poi in scena il testo con i ragazzi che interpretano il contenuto. La musicoterapia – ricorda Toso – serve per far portare il ritmo stando insieme. Di solito ciò avviene suonando le percussioni. La performance è particolare, non tutti parlano e riescono a recitare però si muovono sul palco. Il tutto si basa sulla postura». L’obiettivo per Voce di Vento e per le altre realtà coinvolte è quello, sottolinea ancora Mariarosaria Tosto, è quello di «valorizzare le capacità dei ragazzi, favorire l’inclusione sociale, condividere emozioni, aumentare l’autostima, creare spazi di socializzazione vista la solitudine di questi ragazzi già adulti (vanno dai 18 in su e per questo la società li esclude) che rischiano di rimanere soli a casa. Cerchiamo di migliorare la qualità della vita. Un grazie va anche al presidente di Una Città che, Giovanni Nappi».
La questione sede
L’impegno e il lavoro con i ragazzi di Voce di Vento (che collabora tra le altre cose con l’associazione Donne di Carta e Yoga della Risata oltre ad usufruire della preziosa presenza di Teresa Lucente e Giovanna Marrone) sono però frenati da un impedimento: l’attuale mancanza di una sede fisica in cui svolgere le attività, una necessità impellente. A lanciare in tal senso un appello alle istituzioni è ancora la vicepresidente Toso. «Se non fosse stato per la disponibilità dell’Ente Nazionale Sordi che ci ha permesso di utilizzare i nostri spazi, avremmo fatto attività per strada. In precedenza eravamo in alcuni ambienti della vecchia sede della Napoli-Portici ma a marzo dell’anno scorso le Ferrovie dello Stato hanno prelevato tutti i locali per lavori. Dobbiamo dire grazie alla presidente dell’Ente Nazionale Sordi Elvira Sepe per aver messo a disposizione gli spazi». Da allora, i ragazzi e l’associazione hanno vissuto un vero e proprio calvario. «Ho chiesto al Patrimonio del Comune di Napoli e al Presidente della Seconda Municipalità di trovare una soluzione – denuncia la vicepresidente di A Voce Alta – Noi facciamo servizio sul territorio dove mancano strutture e servizi per disabili. Tutto quanto facciamo viene finanziato dalla Regione Campania o dal Comune di Napoli partecipando attraverso bandi vista la gratuità delle attività». Al momento, però, non si è mosso nulla e anche l’alternativa di utilizzare gli spazi di una scuola, pur trovando favorevole il consiglio di istituto, resta ferma ancora in naftalina. E nel frattempo decine di ragazzi a cui la musicoterapia ha dato autostima, continuano a vivere nel disagio.
di Antonio Sabbatino