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“Non è un Destino”, il libro di Lella Palladino

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Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una escalation di efferati atti di violenza fisica, psicologica, sessuale nei confronti delle donne.

Sgomenti ci si interroga su come fermare tale drammatica   spirale e sempre più emerge la necessarietà di un impegno che preveda la partecipazione di tutti: uomini e donne.

Ormai da trenta anni, tra le donne impegnate nella programmazione e gestione di interventi per la lotta ed il contrasto della violenza maschile e per la promozione della soggettività e dei diritti delle donne in tale lotta ormai da trenta anni vi è Lella Palladino.

Rigorosa, coriacea, Sociologa femminista, attivista dei centri antiviolenza, esperta in tematiche di genere, socia fondatrice della Cooperativa Sociale EV.A., componente del Consiglio Nazionale dell’Associazione DiRe, Donne in rete contro la violenza per 5 anni e successivamente Presidente fino a Novembre 2019. Componente nominata, del Tavolo tecnico istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento per le Pari Opportunità ai lavori del Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2017/2020. Da giugno 2019 componente del Forum Disuguaglianze e Diversità e componente del Comitato Tecnico Scientifico dell’Osservatorio sul fenomeno della violenza nei confronti delle donne e sulla violenza domestica con nomina con decreto ministeriale del 19 luglio 2022

Nel 2020 debutta come autrice del libro “Non è un Destino” ( editore Donzelli, pag 144, costo 14 euro) in cui vengono rappresentate storie di donne riuscite a rielaborare la violenza subita riconoscendo la totale responsabilità a chi ne è stato artefice.

Tina, Lia, Francesca, Paola, Lucia, Sonia, grazie ad altre donne, all’accoglienza empatica, esperta e non giudicante dei centri antiviolenza, sono riuscite ad assumere il controllo della propria vita, fino a divenirne protagoniste.

Dopo un lungo e faticoso percorso, durante il quale hanno dovuto fare inevitabilmente i conti con i mostri del proprio passato e contro stereotipi culturali, hanno compreso l’importanza di prendersi cura di sé, aspirando a rapporti autentici, sottraendosi a forme di dipendenza che spesso hanno conclusioni drammatiche.

Leggendo questo testo non si può far a meno di abbracciare virtualmente queste donne coraggiose e di augurare loro di volersi bene, di porsi sogni ed obiettivi importanti, di ritornare a vivere ed amare.

Essere vittime di soprusi  “ non è un inevitabile destino”, ci si può sottrarre chiedendo aiuto a persone competenti ed orientandosi nei luoghi giusti.

A tal proposito, necessario ringraziare tutte quelle donne che, nonostante difficoltà, pregiudizi dilaganti, una imperante società maschilista, non rinunciano a lottare per salvaguardare gli inviolabili diritti di tutte.

 

 

                                                                di Maria Rosaria Ciotola

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