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A San Giorgio a Cremano il primo centro antiviolenza LGBT dell’area vesuviana

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Nei locali della settecentesca Villa Bruno, storicamente adibiti a foresteria, sarà realizzato il primo centro antiviolenza LGBT dell’area vesuviana. Il centro offrirà un luogo concreto di accoglienza e sostegno, capace di dare risposte puntuali attraverso l’ascolto attivo, la guida diretta ed il supporto. Si tratta del progetto “PRIDE CENTER – Centro antidiscriminazioni LGBT+ del vesuviano”, finanziato dall’UNAR della Presidenza del Consiglio dei Ministri, attraverso un avviso pubblico finalizzato alla realizzazione di servizi a tutela delle persone LGBT su tutto il territorio nazionale. San Giorgio a Cremano è il primo tra i non capoluoghi di provincia a figurare nell’elenco dei progetti ammessi a finanziamento, ha risposto all’avviso con un progetto elaborato grazie al sostegno dell’associazione LGBT Pride Vesuvio Rainbow e da Arci Mediterraneo e sostenuto da una fitta rete pubblica e privata. Saranno attivati: un “telefono amico”, a cui risponderanno professionisti esperti in materia di ascolto ed assistenza; una struttura di protezione h24, attraverso la reperibilità di esperti per la prima accoglienza e la protezione in casi di emergenza; sportelli di supporto psicologico, legale, di orientamento al lavoro e all’autonomia abitativa; un gruppo di mutuo aiuto, gestito da operatori alla pari, dove in gruppo si affronteranno e si condivideranno disagi ed esperienze per superare la solitudine e trovare possibili prospettive di risoluzione a conflitti e criticità. Un supporto specifico sarà riservato ai migranti che provengono da Paesi nei quali l’omosessualità o la transessualità sono considerati reato, mediante l’attivazione di uno specifico sportello per l’assistenza e la consulenza per la difesa e la tutela dei diritti civili e sociali. Insieme alle scuole, alle associazioni, alle istituzioni e alla comunità territoriale, saranno promosse campagne di sensibilizzazione e comunicazione, volte allo sradicamento di comportamenti discriminatori e realizzate iniziative di inclusione con laboratori e workshop di arte e sport, per una nuova cultura di accoglienza, che possa contrastare le discriminazioni sociali e ampliare le occasioni per il benessere psico-fisico delle persone LGBT e dell’intera comunità.

di Mirella D’Ambrosio

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