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«Chiediamo pace e giustizia»: a Napoli la carovana per i diritti dei curdi

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Una carovana via mare con oltre 40 tra attivisti, rappresentanti politici e intellettuali è giunta al porto di Napoli quest’oggi con partenza ieri dalla Grecia per gridare al mondo una richiesta rimasta inevasa per oltre vent’anni: la liberazione di Abdullah Ocalan, leader dei curdi incarcerato per volere del governo Turco ostile al popolo del Kurdistan, rivendicando allo stesso tempo un futuro di pace e giustizia. Ad accogliere la carovana, giunta verso le 12 al Varco Pisacane del molo partenopeo, decine di attivisti facenti parte della Rete Kurdistan Meridionale, Napoli compresa, che mostrano da sempre sostegno alle donne e uomini curdi che hanno combattuto strenuamente e sconfitto l’Isis, giungendo nella città di Kobane nei mesi più duri della guerra allo Stato Islamico. La data scelta per l’arrivo a Napoli, il 12 novembre, non è a caso: proprio in questo giorno, nel 1998, Ocalan giunse dalla Grecia in Italia, Paese che gli aveva formalmente concesso l’asilo politico e dove all’epoca rimanendoci per tre mesi poco prima del suo arresto. Le richieste della carovana curda non si fermano soltanto alla liberazione di Ocalan, oggi detenuto in isolamento nella isola prigione di Imrali da 22 anni ma riguardano anche l’eliminazione del partito Pkk dalla black list in cui è stato inserito dal premier della Turchia Erdogan e il riconoscimento internazionale dell’esperienza di autogoverno del Rojava nei colloqui per un futuro di pace e unità in Siria. Intensa la giornata per gli attivisti pro Kurdistan. Dopo l’arrivo al porto e un corteo sino in Prefettura, nel pomeriggio, a partire dalle 16, è prevista una conferenza al Cinema Modernissimo, un incontro con il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, visto che la precedente giunta di Luigi de Magistris aveva conferito ad Ocalan la cittadinanza onoraria, e in serata a partire dalle 21 un concerto all’Ex Asilo Filangeri.
L’intervento del co-presidente della società Kurdistan in Europa
A bordo della nave curda, tra gli altri, Yuksel Koc, co-presidente del Congresso della società democratica del Kurdistan in Europa. “Ocalan – ricorda Koc – ha definito l’Italia il suo secondo Paese perché è stato ben accolto qui. Ci sono tanti Comuni e Municipalità che gli hanno dato la cittadinanza onoraria. Abbiamo scelto Napoli per ringraziare il popolo italiano per il sostegno. La risoluzione della questione curda e la possibilità della fine della guerra, la democratizzazione della Turchia nonché la risoluzione dei problemi del Medio Oriente, dove ci sono conflitti in Siria, Libia, Siria, la democratizzazione delle donne, passano anche per la libertà di Ocalan”. Il co-presidente del Congresso della società democratica del Kurdistan in Europa aggiunge: “Dal 2011 al 2014 erano stati avviati dei colloqui e all’epoca c’era la pace. Non appena Erdogan ha deciso di interrompere questi colloqui, è iniziata la guerra (con bombardamenti anche con sostanze chimiche ndr.) da Imrali e in altre città curde, decidendo anche per l’arresto di giornalisti, difensori dei diritti umani, attivisti in tutto oltre 100.000 persone. Sono state chiuse 1700 associazioni, 91 municipalità arrestando i sindaci e ci sono 16.000 i membri del’Hdp in carcere”.
Gli altri interventi
Tante le personalità del mondo politico locale, come i presidenti della Sesta e Ottava Municipalità Sandro Fucito e Nicola Nardella, movimenti e artisti come Zerocalcare giunti per rafforzare il grido di libertà per Ocalan e il popolo curdo. Proprio il fumettista, al secolo Michele Rech, da sempre solidale con il popolo curdo, sottolinea “l’importanza dell’approdo della nave curda a Napoli, perché rimette al centro dell’attenzione dei discorsi che sono rimasti un po’ fuori dai riflettori, da quando cioè la questione Isis ci sembra meno stringente per noi. Invece ancora oggi la Turchia minaccia il popolo curdo, soprattutto nel Nord della Siria, e la pace in quella zona passa anche con la liberazione di Ocalan e dalla cancellazione del Pkk dalla black list. Solo così ripartirà davvero il percorso di pace”. Zerocalcare lancia anche un appello “alle istituzioni locali e internazionali” affinchè si assumano la “responsabilità di intervenire per cambiare la situazione del popolo curdo. Se è necessario, ci vogliono degli strappi”. Il fumettista rappresenterà ancora con la sua arte quanto sta accadendo in quell’area del mondo. “Il fatto che ci siano tanti attivisti e personalità del Kurdistan che non possono stare nella loro terra per volere della Turchia, può essere lo spunto per tanti disegni” conferma le intenzioni Zerocalcare. “Erdogan minaccia ancora attacchi al popolo curdo. Questa campagna è fondamentale per avere una stabilità nella regione. C’è un rapporto stretto da tempo tra Napoli e il popolo curdo, come dimostra il viaggio tempo fa in Kurdistan a Kobane e la cittadinanza onoraria conferita dalla precedente amministrazione comunale”. Così Alfonso De Vito tra i rappresentanti napoletani della Rete Kurdistan Meridionale.
di Antonio Sabbatino 
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