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«ITALIA, NON SOSTENERE L’ODIO» PARLA L’ATTIVISTA LGBT YURI GUAIANA L’INTERVISTA

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Il Congresso Mondiale delle Famiglie nasce nel 1997 a Praga e si espande a livello internazionale. Sostiene il nucleo familiare tradizionale come fondamento della società e si oppone all’autonomia riproduttiva delle donne e dei diritti delle persone LGBT. Quest’anno si riunirà a Verona dal 29 al 31 marzo e diverse associazioni, tra cui ANPI, Arci, Arcigay, All Out e Associazione Radicale Certi Diritti hanno indetto una petizione diretta al governo italiano. Yuri Guaiana, noto attivista LGBT a livello internazionale, ce ne ha spiegato le ragioni.
Perché state portando avanti questa petizione e che cosa richiedete?
Da cittadini italiani non possiamo tollerare che Il Congresso Mondiale delle Famiglie e le restanti associazioni vengono accolte con tanto di patrocinio del Ministero della Famiglia, della Regione Veneto, della Provincia di Verona e con la presenza istituzionali come quella del Ministro Salvini. Richiediamo che il patrocinio venga ritirato e che le istituzioni che dovrebbero rappresentare tutti i cittadini non supportino una manifestazione a cui partecipano relatori che sostengono leggi e principi di discriminazione che in Italia sarebbero incostituzionali, nonché contrari ai vari trattati internazionali sottoscritti dall’Italia.
Quante persone ha raggiunto la petizione?
Più di 100.000 cittadini e 25 associazioni e invito quante più persone ad informarsi e firmare riflettendo su quanto sia opportuno che le nostre istituzioni concedano il patrocinio a manifestazioni di questa natura.
Alcuni ritengono che questa opposizione nasca dalla volontà di imporre un pensiero univoco che non permetta libertà d’espressione. Come ribatti?
Sono il primo a difendere la libertà d’espressione del congresso mondiale delle famiglie e di tutti gli oratori e relatori che interverranno, anche coloro che supportano posizioni a mio parere assolutamente non condivisibili. Possono dire tutto quello che ritengono opportuno, ma il punto è che non possono farlo con il patrocinio delle Istituzioni italiane. Noi non vogliamo mettere a tacere nessuno, piuttosto stimoliamo il dibattito pubblico perché speriamo che il nostro messaggio di amore di uguaglianza e rispetto diventi più forte.
Credi che i cittadini italiani appoggino quest’idea di famiglia tradizionale?
Credo che la maggioranza schiacciante dei cittadini italiani sia dalla nostra parte e ritenga che la famiglia non sia solo quella tra un uomo e una donna con tanto di vincolo matrimoniale, ma che ognuno abbia la libertà di organizzare i propri affetti come meglio crede e deve avere diritti e doveri corrispondenti all’organizzazione dei propri affetti. Ma lo dicono anche i dati: la maggior parte è a favore dei diritti riproduttivi delle donne, al diritto di mettere fine ad una relazione, ad una gravidanza. D’altro canto la petizione sta andando molto bene e abbiamo messo in evidenza che lo stesso governo italiano è molto diviso. Abbiamo dichiarazioni del ministro Di Maio che critica ferocemente il Congresso. Non è nemmeno chiaro che cosa si farà con il patrocinio, il governo al momento è in forte imbarazzo. Io sono convinto che anche molti elettori della Lega abbiano un’opinione diversa.
Un’ ultima domanda: una società moralmente responsabile è uno degli obiettivi dei relatori che sostengono il congresso. Mi potresti dare la tua definizione di società moralmente responsabile?
Prima di tutto lascerei la religione al di fuori, la moralità non è una fatto religioso, è un aspetto soggettivo della persona, che ciascuno ha la possibilità di sviluppare. Il rispetto delle leggi sicuramente appartiene ad una società moralmente responsabile. Per quanto riguarda la famiglia, l’unica cosa che penso è che se c’è amore c’è anche moralità. Che cos’è la famiglia? Per me lo decide l’amore.
 

di Lea Cicelyn

 
LA PETIZIONE:
https://go.allout.org/it/a/wcf-verona/?fbclid=IwAR2RFYO4YdoVs1uPJv4fjmTBpRgCcRgDW4RZz_V3eo3-c3ksx04vjek7iKY

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