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Russia, un anno fa la legge “anti Ong”. Amnesty: «Libertà violata»

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amnesty_logo4MOSCA – Dalla stampa e dagli addetti ai lavori è detta anche “legge anti Ong”. È la normativa sugli “agenti stranieri”, in vigore in Russia, che sottopone a controlli continui della polizia e dei magistrati le organizzazioni non governative. Esse devono documentare mensilmente ogni loro spesa e iniziativa rischiando, in caso di inadempienza, fino a quattro anni di prigione. Entrata in vigore il 21 novembre 2012, oggi compie un anno. E Amnesty International ricorda come «stia soffocando le Organizzazioni non governative (Ong) in Russia». Spiega John Dalhuisen, direttore del Programma Europa e Asia centrale di Amnesty International: «Oltre un migliaio di Ong ha subito ispezioni e decine hanno ricevuto ammonimenti. Parecchi tra i più importanti gruppi per i diritti umani sono stati multati e alcuni sono stati costretti a chiudere». Le legge obbliga le Ong che ricevono fondi dall’estero e svolgono quelle che vengono vagamente definite “attività politiche” a registrarsi come “organizzazioni che svolgono la funzione di un agente straniero”.
Questa normativa ha avuto un profondo impatto sulle Ong che si occupano di diritti civili, politici, sociali ed economici, nonché di questioni ambientali e di discriminazione anche nei confronti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate (Lgbti).
Con l’approssimarsi dei Giochi olimpici invernali di Sochi, i soci e i sostenitori di Amnesty International stanno svolgendo una campagna per mettere in luce la sempre piu’ deplorevole situazione dei diritti umani in Russia.
«La legge sugli agenti stranieri è stata concepita per stigmatizzare e screditare le Ong che si occupano di diritti umani, monitoraggio elettorale e altre questioni sensibili. Fornisce un pretesto perfetto per multare e chiudere gruppi che esprimono critiche e taglierà fonti di finanziamento spesso di vitale importanza», prosegue Dalhuisen.
In sintesi, da quanto la “legge sugli agenti stranieri” è entrata in vigore almeno 10 Ong sono state portate in tribunale per non essersi registrate come organizzazioni che svolgono la funzione di un agente straniero; almeno altre cinque Ong sono finite sotto processo dopo le ispezioni per presunte violazioni amministrative come la mancata presentazione di documenti richiesti; almeno 10 dirigenti di Ong hanno ricevuto l’ordine di rispettare gli obblighi della legge sugli agenti stranieri; almeno 37 Ong hanno ricevuto l’ammonimento ufficiale che se continueranno a ricevere fondi dall’estero e a svolgere azioni arbitrariamente definite attività politiche
«La legge sugli agenti stranieri viola gli obblighi nazionali e internazionali della Russia di garantire il diritto alla libertà di associazione, manifestazione ed espressione. Dev’essere immediatamente abolita», conclude Dalhuisen.

di Francesco Gravetti

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