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Situazione carceri, il dossier di Antigone

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ROMA. Sovraffollamento, mancati fondi per il lavoro dei detenuti e ddl sulle misure alternative, hanno reso la situazione degli istituti di pena italiani terribile. E’ questo ciò che emerge dall’ultimo rapporto di Antigone, associazione che si occupa dei diritti e delle garanzie del sistema penale.
I NUMERI. Secondo il dossierr, i detenuti a fine ottobre erano 66.685, per la maggior parte uomini giovani e per quasi 2/3  italiani. L’Italia è il paese più sovraffollato d’Europa: si stima che per ogni 100 posti nelle celle del nostro Paese vi siano oltre 142 detenuti, mentre la media Ue è di 99,6. Tra i condannati più del 60% ha un residuo di pena inferiore a 3 anni e le persone in custodia cautelare sono 26.804.
LA LEGGE SVUOTA-CARCERI. Per scongiurare una situazione catastrofica, lo  scorso febbraio, il tempo residuo da scontare ai domiciliari è stato innalzato da dodici a diciotto mesi. I detenuti che ne hanno potuto beneficiare sono stati 8.027, ma l’associazione Antigone, che monitora la situazione, smorza gli entusiasmi affermando che il numero non va messo in relazione con il numero di detenuti presenti, ma con le persone scarcerate all’entrata in vigore della legge, dunque oltre 140 mila. Percentuale minima se si tiene conto che una parte di quanti ne hanno usufruito sarebbe uscita comunque dopo 20 mesi dall’entrata in vigore della legge. I suicidi in carcere nel 2011 sono stati 63 mentre il 18 dicembre di quest’anno si è arrivati a 60.
LE MISURE ALTERNATIVE. Il testo di legge sulle misure alternative, approvato dalla Camera, prevede come alternativa al carcere la reclusione domiciliare e l’introduzione alla “messa alla prova”. La prassi dovrebbe essere la seguente: i detenuti interessati sono valutati da un giudice che stabilisce per loro un piano di reinserimento sociale, se il condannato supera la prova il processo si ferma e il detenuto torna in libertà.
LAVORO DEI DETENUTI. Nel primo semestre del 2012 hanno lavorato in carcere 13.278 detenuti, meno di uno su cinque, la percentuale più bassa dal 1991. C’è stato, inoltre, un calo dei fondi passati da 11 milioni del 2010 ai poco più di 3mln di euro del 2012.

di Paola Grasso

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