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Anziani, a Milano c’è il piano antisolitudine e la tessera della socialità

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MILANO – Nasce la “tessera della Socialità”, una carta gratuita che permetterà ai milanesi con più di 65 anni di entrare, fino al 30 settembre, nei centri Arci, Acli, Auser e di Fondazione Aquilone, dove solitamente serve una tessera associativa annuale. L’iniziativa, promossa dal Comune di Milano, rientra nelle azioni previste dal Piano Antisolitudine, rivolto ad anziani e persone in difficoltà.
LA FESTA DEI VICINI – La prima occasione in cui ritirare la tessera è mercoledì 25 luglio, in occasione della Festa dei Vicini, che si terrà nei cortili di quattro zone della città. «Sarà un’occasione di incontro per la gente che abita nei caseggiati popolari – afferma Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali – un momento di socialità semplice per rendere i nostri quartieri di periferia più vivi e vitali». Durante la festa, che si svolgerà in viale Mar Jonio (quartiere San Siro, Zona 7), piazzetta Capuana (Quarto Oggiaro, Zona 8), piazza Bruzzano (Bruzzano, Zona 9), al centro anziani Villa Finzi a Gorla (aperto tutto il giorno) e nel tunnel della Stazione Centrale (Zona 2), sono previste degustazioni, musica, balli e letture. L’iniziativa è realizzata con la collaborazione dei custodi sociali, dei laboratori di quartiere e di enti, società e associazioni.
CUSTODI SOCIALI – Partecipano Milano Ristorazione, Consorzio Cuochi Lombardia, Acli Piazza Capuana, Arci Itaca-4°posto, i centri socio ricreativi di via Satta e Cassina Anna, Fondazione Aquilone, la parrocchia di piazza Bruzzano, Sos Stazione Centrale, Caritas e Casa della Carità. Oggi il Comune ha approvato anche un finanziamento di 7,3 milioni di euro perché il servizio fornito dai custodi sociali prosegua fino al 30 aprile 2014. Custodi che sono diminuiti, passando da 154 a 139, con un risparmio di 500mila euro per quest’anno e di un milione di euro per il 2013. «Non diminuirà pero la loro presenza sul territorio – assicura Majorino – lavoreranno meno in ufficio e saranno più presenti e a contatto con chi ha bisogno nei quartieri dove è maggiore il disagio sociale».
di Rebecca Montini

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