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Giornata mondiale della salute mentale: quando il silenzio non è una cura

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Si celebra oggi, 10 ottobre, la Giornata Mondiale della Salute Mentale. Il tema dell’anno – salute mentale nei contesti di emergenza – ricorda che  le crisi – guerre, disastri, migrazioni – spesso lasciano ferite invisibili. SOS Villaggi dei Bambini lo ripete: non basta mettere al riparo i più piccoli, bisogna ricucire fiducia e sonno. La Federazione ha varato la Strategia MHPSS 2025-2027: interventi a bassa intensità, scientificamente fondati e adattabili, come Psychological First Aid, ReachNow, TeamUp, EASE, Self Help Plus, Problem Management Plus. Tre i livelli: rilevazione precoce, prevenzione, trattamento solo quando serve. Perché il diritto alla salute mentale valga anche sotto le bombe.

In Palestina, dopo la distruzione del Villaggio SOS di Rafah, 68 bambini sono stati evacuati a Betlemme. Nel 2024, tra Khan Younis e Deir Al Balah, si sono svolte sessioni di primo sostegno psicologico, counselling familiare e di gruppo, attività ricreative. Il programma d’emergenza punta a raggiungere 12.500 tra minori e famiglie entro il 2028.

Nel quotidiano delle nostre città, invece, l’emergenza ha un altro nome: solitudine. Telefono Amico Italia riceve circa 300 richieste al giorno: il 60% riguarda sé e malessere emotivo; crescono autolesionismo (+19%) e disturbi alimentari (+18%). Uomini e donne chiamano in egual misura, ma sui canali digitali scrivono soprattutto le giovani. Dietro ogni contatto, un atto di coraggio. L’appello: riconoscere l’ascolto come prevenzione e rafforzare la rete, dai volontari (oltre 600 in 21 centri) alle istituzioni.

LA PREVENZIONE –  La prevenzione comincia prima dell’adolescenza. SINPIA ricorda che in Italia 1 minorenne su 5 ha un disturbo neuropsichiatrico (circa 2 milioni). Nel mondo 1 adolescente su 7 convive con un disturbo mentale; oltre la metà delle patologie esordisce prima dei 14 anni. Campanelli d’allarme: sonno irregolare, disregolazione emotiva, attenzione, relazioni sociali, linguaggio, fino ai disturbi alimentari precoci (come l’ARFID). Diagnosi precoce, presa in carico integrata tra famiglia, scuola, servizi: è qui che si cambiano le traiettorie di vita.

Dalla sera del 9 e per tutta la giornata di oggi, 17 città italiane si tingono di verde con Progetto Itaca: Mole Antonelliana, torri e palazzi simbolo si accendono per rompere stigma e pregiudizio. L’11 e 12 ottobre torna “Tutti Matti per il Riso”: riso Carnaroli e Ribe in cambio di una donazione per sostenere programmi di informazione, prevenzione, riabilitazione. Una rete che unisce fondazioni, media, partner e comunità attive.

LA RIFORMA – A Roma, nella Sala Basaglia del complesso di Santa Maria della Pietà, il Collegio nazionale dei Dipartimenti di Salute Mentale riunisce operatori e cittadini e si collega con oltre 80 “Piazze della Salute Mentale” in tutta Italia. Al centro, una proposta in 10 punti: più risorse (almeno 5% del Fondo Sanitario Nazionale per la salute mentale; 2% per l’età evolutiva; 1,5% per le dipendenze), valutazioni di esito, accesso di prossimità oltre gli orari dei CSM, modello integrato con neuropsichiatria infantile e dipendenze, governo degli accreditati, integrazione sociosanitaria (Budget di Salute), psicologia distrettuale nelle Case della Comunità, gestione dei percorsi penali nel segno del mandato di cura, chiarezza su volontarietà/obbligatorietà delle cure e sicurezza degli operatori, più formazione e ricerca nei servizi.

C’è ancora un vuoto di finanziamenti: a fronte di bisogni crescenti, i fondi dedicati alla salute mentale – specie per bambini e famiglie – restano insufficienti. Colmare questo gap significa salvare vite, consolidare i sistemi sanitari, rendere le comunità più resilienti. A giugno una dichiarazione congiunta di 31 Paesi ha chiesto di mettere il benessere psichico al centro di tutte le politiche: sanità, scuola, lavoro, giustizia, urbanistica, cultura.

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