La Campania continua a detenere il triste primato di regione italiana dove si gioca di più d’azzardo. Chiudono piccole salumerie di quartiere e al loro posto spuntano sale slot. Il trend riguarda i grandi centri come i paesi della provincia ed è il termometro di un fenomeno in inesorabile escalation. A circa un anno dalla sua fondazione, l’Osservatorio nato in seno alla Regione Campania presenta un piano strategico per affrontare quella che è una vera e propria emergenza sociale.
I DATI – Come detto, la nostra regione risulta prima in Italia per spesa pro capite per le scommesse. Nel 2022, in media, ogni cittadino campano ha speso per le puntate 2.460,8 euro, suddivisi tra giocate fisiche (794,5 euro) e telematiche (1666.3 euro). I dati provengono dal Libro Blu dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Gravissimo anche lo scenario emerso dall’analisi dei nuovi conti aperti nel 2022 per l’accesso al gioco online: la percentuale è aumentata del 16,12 rispetto all’anno precedente. Anche i dati 2023 confermano il record negativo campano. Napoli, Salerno e Caserta sono nella top 10 per raccolta pro capite online in Italia (rispettivamente al settimo, ottavo e nono posto); la Campania, con Sicilia e Calabria, ha registrato di nuovo nel 2023 giocate pro capite online superiori ai 2mila euro. E un quinto dei 100 Comuni italiani dove si gioca è campano. Al primo posto c’è Castel San Giorgio (provincia di Salerno) dove la spesa pro capite per le scommesse è di oltre 11mila euro. Al decimo posto troviamo la casertana Capodrise; seguono Castellammare (36°), Pollena Trocchia (38°), San Giuseppe Vesuviano (39°), Sant’Antonio Abate (40°), Capaccio Paestum (41°), Calvizzano (47°), Gragnano (49°), Saviano (54°), Quarto Flegreo (58°), Ischia (61°), San Giorgio a Cremano (62°), Pozzuoli (68°), Ercolano (74°), Santa Maria la Carità (76°), Torre Annunziata (78°) Nola (96°). Chiude Ottaviano (98°).
LE MISURE – Cresce il numero dei ludopatici, ma aumenta anche la consapevolezza che quella da gioco d’azzardo è una dipendenza che va affrontata come l’alcolismo e la droga. Nel 2023 i 44 Serd (servizi per le dipendenze patologiche) presenti sul territorio regionale hanno intercettato e preso in carico 3334 pazienti affetti da Dga. Nato nel 2023 sotto la presidenza di Nello Baselice, l’Osservatorio regionale sul disturbo da gioco d’azzardo partendo anche dal lavoro dei Serd, ha redatto un piano per far fronte a uno scenario che risulta innegabilmente desolante. Approvato tre settimane fa dalla Regione e finanziato con 4,100 milioni di euro, il piano prevede l’attuazione di misure che vanno dalla formazione al supporto fino alla collaborazione con scuole e associazioni antiusura. Gli interventi puntano sia al recupero dei giocatori che alla formazione dei lavoratori del settore. Il primo punto è il filo diretto con l’utenza e per questo è attivo il numero verde 0823.445080 che offre supporto psicologico e sociale ai giocatori e alle loro famiglie. Il piano punta poi a dare seguito alla legge sulla formazione obbligatoria, rimasta disattesa dopo la promulgazione (2020). “Chi lavora nelle sale gioco o in qualsiasi attività che commercia prodotti come i gratta e vinci dovrà seguire corsi di formazione per garantire il massimo livello di tutela della legalità nel settore”, spiega Baselice. “Pensiamo a corsi a distanza per essere operativi al più presto: formare da remoto tabaccai e baristi sarà più pratico”, aggiunge. Per le sale scommesse, invece, l’idea è quella di organizzare la formazione su base provinciale. Un approccio ovviamente diverso riguarda invece il gioco su piattaforme on line. Il web sfugge a qualsiasi controllo e non resta che sfruttare la rete stessa per informare e mettere in guardia gli utenti dai rischi della dipendenza da gioco. In questa ottica, l’Osservatorio ha siglato un accordo con Corecom per il lancio di una capillare campagna di sensibilizzazione. Tra i punti del piano c’è poi la promozione del Registro di autoesclusione dei giocatori patologici dai siti web.
ALLARME MINORI – I giovani che si approcciano in maniera patologia al gioco sono in crescita del 6,3% rispetto al 2022. “E sono soprattutto minorenni – conferma il presidente dell’Osservatorio -,per questo siamo in contatto con l’assessorato regionale e con le scuole per lanciare campagne di informazione destinate ai ragazzi per disincentivare il ricorso all’azzardo e sostenerli per uscire dal tunnel della dipendenza”. “A questo va aggiunto un percorso di educazione digitale per gli adulti che lavorano con i ragazzi e sono spesso impreparati di fronte alle insidie del web in cui incappano le nuove generazioni native digitali”, conclude Baselice. Prevenzione, dunque, è la parola chiave nella consapevolezza che, se non si corre ai ripari, anche la prossima sarà una generazione di scommettitori patologici. Il piano dovrebbe partire nel 2025.
di Mary Liguori