Un momento di riflessione (anche) politica sulle scelte in tema ambientale che fa da contro altare alla riunione tra i grandi della terra presenti in questi giorni a Napoli al G20. Questo, e non solo, è il Controforum in corso nei prossimi giorni nella sede dell’università Federico II di via Marina. L’iniziativa è  organizzata dalla rete Bees For Future, da Fridays For Future e dagli altrimenti movimenti ambientalisti di Napoli e della Campania. A prendere parte alla giornata, con collegamenti video anche attivisti ambientali dell’Amazzonia, dell’India e da altre parti del globo: da Vandana Shiva ad Ashely Dawson, da Jen Chantrtanapichate, lucie Greyl, Dennis Van Berkel, Marco Armiero oltre al Movimento No Tav, No Grandi Navi, Stop Biocidio. A tutti gli effetti un “Ecosocialforum” che si oppone per proposte e posizioni a quello dei 20 grandi della terra in arrivo a Palazzo Reale. Davide Dioguardi, portavoce del movimento Bees Against G20 parla dell’iniziativa del Controforum proprio come un “momento politico soprattutto per rilanciare e riappropriarci di una serie di parole d’ordine che crediamo che nell’ambito G20 dobbiamo riprenderci. Sostenibilità e transizione ecologica sono termini che la controparte ha rubato in modo illeggitimo”. Per Dioguardi, “i governi si riempiono la bocca di politiche green, politiche sostenibili, ma nel concreto questo non avviene mai”. Le iniziative contro il G20 dell’ambiente a Napoli avrà il suo culmine domani con la manifestazione che è prevista dalle ore 16 in piazza Dante con una città blindata. “Forse questi signori dovrebbero tornare a vedersi lontano dai luoghi della decisione perché questo G20 non serve a nulla, è una parata in cui si blinda la città ma poi nel concreto non si decide nulla. È un altro modo per fare una bella fotografia, fare promesse che non saranno mantenute e prendere in giro la gente che sui territori ha costruito alternative da decenni” rincara la dose il portavoce di Bees Against G20. Zidan S. tra i referenti di Fridays For Future paragona la “giustizia climatica” alla “giustizia sociale. La presenza di paesi come la Turchia, che ha negato i diritti umani, è inaccettabile. Noi proponiamo un’alternativa che da sempre abbiamo costruito attraverso un’analisi, mobilitazioni, lunghe discussioni in cui facciamo delle propose che non si fermino solo all’ambientalismo ma ragionamento più largo istruzione sanità ricerca”. Anche Zidan attacca pesantemente l’evento del G20 a Napoli. “La transizione ecologica che ci propongono è soltanto l’ennesimo farsa. Il Pnrr sta proponendo una transizione ecologica fittizia e ha tantissime contraddizioni. Il G20 sarà solo una parata visto che tutto è già stato stabilito. Le grandi potenze mondiali non hanno intenzione di fermare sfruttamento dei territori”. Dai territori inquinati nella cosiddetta area della Terra dei Fuochi tra Napoli Nord e Caserta è nato il movimento Stop Biocidio che racchiude i vari comitati che si battono contro la deriva ambientale di tanti comuni napoletani e casertani. Tra i punti di riferimento di questi movimenti c’è da sempre Vincenzo Tosti, anche lui presenterà alla giornata del Controforum. “A distanza di tanti anni di Genova del 2001- afferma oggi siamo a continuiamo a dire che non sono state poste soluzioni serie sul tema ambientale, lavorative, sociali. Il mondo è anzi peggiorato”. Tosti di una cosa è certo: “Noi non molleremo mai, c’eravamo venti anni fa, ci siamo oggi e ci saremo domani. Noi vogliamo un mondo più giusto che curi le persone e che non badi solo al lucro e al  profitto di pochi. Il sistema ha creato tante marginalità e miserie, la pandemia ci sta restituendo una realtà aberrante impossibile e indegna. Questa giornata è per rilanciare slogan venti anni fa un ‘Mondo diverso è possibile ’ e oggi è più che mai necessario. È sotto gli occhi di tutti che i cambiamenti climatici sono il frutto di scelte politiche ed economiche deleterie. Al centro di qualsiasi processo produttivo c’è il business il profitto in favore pochi” insiste Vicenzo Tosti di Stop Biocidio. “I super ricchi del mondo sono circa 3mila a fronte di una popolazione enorme. La Terra dei fuochi è un po’ l’emblema di questo sistema e di questa economia. Chiediamo che al centro dei processi produttivi siano messe le persone, la cura e il benessere, la salute e invece sappiamo che oggi nonostante i numerosi vertici si va nella direzione opposta. Si viene a parlare di ambiente di clima e di energia in una terra in cui si continua a morire di tumori, sembra una provocazione. Serve cambiare rotta, ancora oggi non possiamo pensare di risolvere tema della Terra dei fuochi solo con la videosorveglianza. Le impese devono riconvertire i loro processi produttivi nella direzione delle sostenibilità. I grandi del mondo non possono venire qui a decidere senza sentire le comunità che sta dicendo come sia arrivato il momento di cambiare” conclude Tosti.

Di Antonio Sabbatino