C’è una grande sinergia dietro al percorso che permetterà di fornire energia pulita a 40 famiglie della periferia Est di Napoli: il progetto è stato infatti promosso da Legambiente Onlus e Fondazione Famiglia di Maria, con il sostegno di Fondazione Con il Sud. Sul tetto della sede della fondazione sarà installato dall’impresa 3E di Napoli un impianto solare da 53 kw e per la prima volta in Italia l’energia prodotta sarà condivisa con le famiglie di un quartiere, quello di San Giovanni a Teduccio. Inoltre, grandi e piccini saranno protagonisti di percorsi di educazione ambientale, di azioni di cittadinanza attiva monitorando i loro consumi e elettrici e le dispersioni di calore delle loro abitazioni attraverso la campagna Civico 5.0 sulla qualità dell’abitare, info day per scuole superiori sulle possibilità occupazionali legate ai green jobs e per le associazioni e cittadini del quartiere su bonus e occasioni per migliorare la qualità dell’abitare e del vivere e abbassare costi e consumi. Un progetto davvero rivoluzionario, possibile grazie anche alle direttive europee, che potrà creare opportunità uniche per dare una mano concreta alle famiglie del quartiere che si trova in una delle grandi periferie napoletane. Esistono oltre due milioni di famiglie in condizione di povertà energetica in Italia, e oggi possono essere aiutate con l’autoproduzione e condivisione di energia proveniente da fonti rinnovabili, con interventi che riducono i consumi delle abitazioni così come previsto dall’iniziativa sperimentale a San Giovanni a Teduccio. Insomma, buone pratiche che pongono al centro ambiente, energia solare e uguaglianza educativa: dando vita a un futuro migliore per tutti. Il progetto sarà il primo ad essere realizzato in attuazione del Decreto Milleproroghe 2020 che ha recepito la Direttiva 2001/2018 sulle comunità energetiche per progetti fino a 200 kW come proposto da un emendamento di Legambiente e Italia Solare votato da tutti i partiti. Proprio per via di questa innovazione normativa la proprietà degli impianti e l’energia prodotta può essere condivisa attraverso la rete.

di Mirella D’Ambrosio