Il primo a essere vaccinato, alle 8.55, è Vincenzo un ragazzo con sindrome di down che subito dopo l’inoculazione si tranquillizza. «Che bello, è andato tutto bene» afferma prima di rimanere abbracciato tutto il tempo alla mamma nell’area di osservazione allestita di fianco al camper delle somministrazioni del siero. Inizia così, con un bel momento di tenerezza, la mattinata di vaccinazioni dei medici dell’Asl Napoli 1 Centro al parcheggio dell’Ospedale San Gennaro al Rione Sanità che per 4 giorni – da oggi giovedì e sino a domenica – fungerà da hub per i residenti del quartiere di Stella San Carlo all’Arena registratisi regolarmente sulla piattaforma regionale Sinfonia. Ogni giorno sono previste 600 vaccinazioni, dal mattino e sino alle ore 18, portando il computo totale a circa 2500. La prima giornata è dedicata ai soggetti fragili, a rischio, vulnerabili, caregiver con le somministrazioni del vaccino Pfzier.

Le dichiarazioni di Verdoliva – Ad accogliere la platea giunta al parcheggio del San Gennaro, uno spazio ampio dove è possibile mantenere le distanze ed è questo uno dei motivi per cui è stato scelto, il direttore generale dell’Asl Napoli 1 Centro Ciro Verdoliva «Con l’hub vaccinale mobile arriviamo in modo più diretto ai cittadini. Iniziamo in un rione storico della città come la Sanità. Insieme al presidente della Terza Municipalità Ivo Poggiani abbiamo creato una sinergia per arrivare a quante più persone possibili risiedano nei pressi dell’ospedale San Gennaro» afferma Verdoliva. La formula dei box in prossimità dei centri abitati di Napoli viene così riproposta come già sperimentato ad esempio al Museo Madre di via Settembrini, nei pressi di via Duomo, e alla Fagianeria di Capodimonte. Il direttore dell’Asl Napoli 1 Centro annuncia per la prossima settimana l’hub mobile al quartiere Ponticelli, periferia orientale di Napoli, con il luogo però ancora da definire. Tornando alle vaccinazioni alla Sanità, Verdoliva spiega come sarà organizzata la campagna vaccinale di questi giorni. «Abbiamo cominciato con la categoria degli over 80, dei soggetti fragili e a rischio ai quali sarà somministrato il Pfizer. Continueremo domani per le fasce d’età 60-69 e 70-79 con il siero Astrazeneca ed eventualmente Pfizer alle categorie previste. Sabato le vaccinazioni saranno fatte ad eventuali cittadini over 80 e vulnerabili non ancora chiamati oltre la fascia 50-59» ossia quella per la quale di recente si è aperta la registrazione in piattaforma. Infine, domenica, conclude Verdoliva «le vaccinazioni saranno in favore dei cittadini dai 50 ai 59 anni sempre iscritti in piattaforma».

Le testimonianze– Sollievo e speranza di ritorno alla normalità tra i cittadini di Stella San Carlo all’Arena vaccinati nella giornata inaugurale. Come sempre accadde, le storie dietro i volti mascherati dei vaccinati sono sovente toccanti. Lo è senz’altro quella di Dario Barba, 43 anni del Rione Sanità. «Sono in attesa della conferma della necessità di un trapianto di cuore e se solo ci penso mi si scioglie la pancia – racconta l’uomo sposato e con due figli – Il vaccino per me è stato un sollievo visto che in questi anni di cura al Monaldi per la mia patologia ne ho viste di peggio». Dario cita un episodio in particolare. «Sul mio defibrillatore sottocutaneo si erano formati dei foruncoli, io non mi ero accorto di nulla. Se avessi continuato a tenerlo sarei morto da lì a poco per un’infezione, sono stato salvato in extremis. Ecco perché non potevo mai avere paura della somministrazione del vaccino». Nella sala di osservazione all’aperto c’è anche Ines, che ha dovuto affrontare la battaglia di un tumore alla gola. «Quello che si è sentito in tv sui vaccini mi ha spaventato – ammette la donna accompagnata dal marito – Avevo paura ma alla fine è andato tutto bene». Qualche preoccupazione anche per Dora, tra le prime a essere vaccinate questa mattina. «Dopo la somministrazione mi sono sentito più libera. Bisogna vaccinarsi e lasciarci questo periodo alle spalle una volta per tutte. Io credo che fra un anno ne saremo fuori».

La rivendicazione del Comitato San Gennaro – All’esterno del parcheggio del trasformatosi in hub, sono giunti gli attivisti del Comitato San Gennaro che da oltre 4 anni si battono perché il nosocomio della Sanità diventi un presidio medico capace di accogliere e curare i pazienti nel modo più efficace possibile. «Siamo favorevoli a un piano vaccinale sui territori, anzi auspichiamo un incremento» le parole dei membri del Comitato che però ricordano come «non esiste solo il Covid. Si scontano ancora liste di attese lunghe per una vista, sono aumentate le morti per problemi cardiologici e oncologici. Abbiamo chiesto di avere un primo intervento con 2 rianimatori: uno che esce in autoambulanza e un altro che rimane in loco e invece non è così, il medico nel presidio di primo soccorso non c’è. Si attivino l’hospice e l’ospedale di comunità, la Regione Campania dia un cronoprogramma certo rendendo operativo il piano attuativo». 

di Antonio Sabbatino