Ben settantotto diocesi italiane si trovano nei territori dove insistono i 42 siti di interesse nazionale afflitti dall’inquinamento ambientale e censiti dal ministero della Transizione ecologica. I disastri sono ovunque lungo lo Stivale: distribuiti in modo uniforme tra il nord, il centro e il sud del Paese. La riflessione partirà da Acerra (luogo tristemente simbolico) così come voluto dalla Chiesa italiana. L’obiettivo? Sensibilizzare le comunità ecclesiali di tutto il territorio nazionale su un fenomeno drammaticamente sottovalutato che potrebbe condurre a esiti estremamente tragici in futuro. Le 78 diocesi italiane interessate da 42 siti di interesse nazionale si riuniranno online. L’appuntamento è per domani, sabato 17 aprile, dalle 9.00 alle 13.00, con il convegno nazionale “Custodire le nostre terre. Salute, ambiente e lavoro” promosso da Cei e Conferenza episcopale campana.

“Il convegno è il punto di arrivo del cammino compiuto da due soggetti ecclesiali: la Conferenza episcopale italiana, attraverso la Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute e la Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace”, ha affermato il vescovo di Acerra monsignor Antonio Di Donna durante la conferenza stampa di presentazione. È giunto, dunque, il momento di verificare – a sei anni dalla pubblicazione e nell’anno ad essa dedicato – lo stato di accoglienza e comprensione dell’enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco (24 maggio 2015), e porre rimedio ai danni dovuti alla manata cura del creato.

L’iniziativa ha subito diverse battute d’arresto a causa della pandemia, ma il convegno di domani contribuirà a rilanciare il cammino nelle prossime settimane tra le Chiese della Campania. Monsignor Di Donna ha dedicato questo appuntamento “ai bambini, ai ragazzi e ai giovani morti per cancro” delle sue terre “e alle loro famiglie”, che egli stesso accompagna da vicino nel doloroso calvario.

di Mirella D’Ambrosio