Come si racconta il cancro? Per Angela, Barbara e Annalisa la sfida era riportare il male alla dimensione necessaria: non (solo) il dolore, le sfide, le cure, ma soprattutto la speranza, l’ottimismo, la prevenzione sopra ogni cosa. Nasce così il progetto ‘Raccontami’ dell’associazione ‘United for Life’ di Nola, un docufilm diretto e montato da Giacomo Peluso e Luigi Piscopo che mette sotto i riflettori i volti e le storie di tre giovani e belle donne campane che quotidianamente affrontano o hanno affrontato la sfida contro il tumore al seno.

Tra loro c’è Angela, parrucchiera di 36 anni, da quattro alle prese con la battaglia contro il male e che ha deciso di investire le sue forze e il suo coraggio nell’associazione ‘United for life’,di cui è presidente. Angela ha scoperto di avere il cancro al seno all’ottavo mese di gravidanza, quando ogni pensiero era rivolto alla gioia per una nuova vita in arrivo. Una doppia sfida per lei, che oggi è mamma, lavoratrice e volto di una campagna mediatica per la prevenzione del tumore alla mammella che punta su un messaggio importante: dare una fisionomia al male del secolo, quella delle ragazze e delle donne che portano addosso i segni della chemioterapia e delle cure, per dare maggiore forza alla prevenzione. Corpi armoniosi e visi bellissimi, occhi luminosi e carichi di speranza: la migliore testimonianza per chi sta affrontando la loro stessa guerra.

«Il cancro non può decidere il finale della tua storia – spiega – e noi tre ne siamo una evidente conferma. Abbiamo vissuti diversi che il destino, però, ha voluto unire facendoci scoprire la malattia in giovane età. Non chiamateci guerriere – continua – siamo semplicemente donne che amano la vita e non vogliono sprecarne nemmeno un minuto».

Barbara, la seconda protagonista del video, ha scoperto invece il tumore mentre si apprestava a spegnere le candeline per il suo venticinquesimo compleanno: oggi ne ha 26 e da un anno convive con la diagnosi di cancro al seno. Per quella diagnosi ha deciso di rimandare il matrimonio, tappa attesa dopo dodici anni di fidanzamento: «Ma se non ci fosse stato il Covid – racconta – mi sarei sposata lo stesso. Con un nuovo look o con una parrucca, non so. Ma lo avrei fatto, perché non bisogna mai perdere la speranza». Speranza che non ha perso Annalisa, 35 anni, a cui del tumore fu detto dopo una visita nel 2011 e che racconta la sua dissea medica da una prospettiva diversa, quella della fede: «La mia esperienza – dice – è stata guidata dall’amore per Dio, che ho sentito forte su di me, e dall’amore di chi mi era accanto. E’ stato un percorso pieno di grazia, che mi ha dato la forza di affrontare gli ostacoli della malattia».

Angela, Barbara e Annalisa sono le tre fisionomie di una malattia che si fa ancora fatica a nominare, ma che è bene chiamare con il proprio nome mettendoci la faccia come le tre splendide protagoniste di ‘Raccontami’ hanno fatto. Insieme alla loro testimonianza, nel docufilm di 22 minuti ci sono  anche quelle dei camici bianchi della Breast Unit dell’ospedale Cardarelli di Napoli, polo di eccellenza per la cura del tumore al seno (il radiologo Salvatore Minelli, l’anatomopatologo Gianfranco De Dominicis, il chirurgo Marino Trunfio, l’oncologo Ferdinando Riccardi).

Accanto al racconto, c’è poi l’impegno sul campo, la progettualità di ‘United for life’ che in 24 mesi  è riuscita a raccogliere, attraverso le tante iniziative intraprese come la “passeggiata rosa” non competitiva e le sedute di yoga, oltre ventimila euro che sono serviti per la realizzazione di programmi specifici per le donne in cura alla Breast Unit.  E poi ancora screening gratuiti a cui, lo scorso anno, in una sola giornata hanno partecipato oltre 200 donne.

«Non ci fermiamo mai – spiega Angela – oggi più che mai è necessario fare squadra ed agire il prima possibile. Speriamo che questo tempo buio e sospeso termini presto. La prevenzione non può aspettare».

di Bianca Bianco