Una persona anziana che chiede se «il tampone sia a pagamento». Non lo è, infatti sia lui che la moglie vengono contattati poco dopo per fare il test. Due ragazzini, fratello e sorella che, pur avendo la madre positiva non attendono che le Usca arrivino a casa per il test aspettando in isolamento, ma preferiscono raggiungere il gazebo dinanzi al quale si trova anche il fidanzato di lei, che dice di non sentirsi bene. E ancora: la coppia di anziani con casi di positivi in famiglia preoccupati che il contagio arrivi nella propria abitazione e magari coinvolga la loro figlia incinta, l’avvocato venuto da Ponticelli. In via Arcangelo Ghisleri a Scampia la mattinata dedicata alla campagna Un Tampone per tutti promossa dall’Ordine dei farmacisti della provincia di Napoli e Federfarma su impulso del Comune di Napoli e grazie all’attivismo del consigliere comunale Claudio Cecere, di Natale Cuozzo – presenti insieme all’assessore ai Giovani Alessandra Clemente – e della collaborazione fattiva dell’associazione Gulliver. Dalle 8.30 alle 14.30 sono stati all’incirca 120 i test rapidi naso-faringei effettuati ai cittadini prenotatisi sulla piattaforma online dell’associazione Gulliver è in viaggio.

«C’è tanta gente che vuole fare il tampone per sfizio ma noi diamo precedenza a chi ha dei parenti o conoscenti positivi o a chi non sta bene. C’è stata tanta disinformazione su quando dovrebbe intervenire l’Asl, ci sono delle mancanze ma noi cerchiamo di fare la nostra parte» afferma Marika Franco, la presidente dell’associazione con sede al Vomero e che seguirà altre tappe dell’iniziativa che ora preme per un incremento del numero dei tamponi ai docenti e al personale scolastico. Il presidente dell’Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli, Vincenzo Santagada, spiega come giornate del genere «si affiancano ad altre simili. Stiamo cercando di tracciare un solco sul territorio. In questo momento di emergenza sanitaria ed economica ci sono alcuni soggetti che non riescono ad accedere alla filiera del controllo epidemiologico». Come detto tante le storie, che rivelano come non tutto funzioni per il meglio nel percorso di tracciamento degli eventuali positivi. Una delle vicende da raccontare riguarda Anna, il nome è di fantasia perché non vuole compromettere la posizione di suo marito risultato positivo al Covid. «Ho chiesto ai medici – dice – se in un mese e mezzo si può prendere due volte il virus. Mio marito ha fatto il tampone nella clinica dove lavora il 17 novembre scorso ed è risultato positivo. Poi il 30 novembre, quando è venuta l’Asl a casa, il tampone è risultato negativo. Giovedì scorso, ancora positivo ma senza sintomi. Ho deciso anche io di farlo ma sono ancora in attesa dell’arrivo delle Usca e quindi vedendo questo gazebo ho chiesto di sottopormi al tampone. C’è troppa confusione». In fila, disciplinata perché gli orari vengono scaglionati per evitare assembramenti, ci sono Giuseppe e Giovanna, un’anziana coppia che sono preoccupati dopo la positività di una delle loro figlie e suo marito. «Loro non hanno avuto tanti sintomi, ma siamo allarmati perché un’altra nostra figlia è incinta e abbiamo colto l’occasione. Non tutti rispettano le regole, come noi invece facciamo». L’evento un tampone per tutti, già celebratosi in alcuni quartieri di Napoli, proseguirà nel capoluogo e nei comuni di provincia anche nei prossimi giorni sempre per volere dell’Ordine dei Farmacisti e Federfarma per placare le ansie soprattutto di quella fetta di popolazione consapevole del pericolo che ancora oggi si cela dietro alla pandemia da Covid. 

di Antonio Sabbatino