“Troppe scelte politiche impongono genuflessioni alla povera gente ai tanti lavoratori e lavoratrici. Non si può ragionare solo in termini di cifre e di bilanci ma anche considerando il rispetto per la dignità e per i bisogni fondamentali di tutti. Se le leggi dell’economia sono contrarie a quelle della Vita, non c’è altra via che cambiarle alla radice, riportando l’economia al suo ruolo di garante del bene pubblico. Una economia contraria alla vita è inaccettabile! Ma è inaccettabile anche una politica che la promuove, la alimenta e che la svincola da responsabilità. Una politica che in buona parte ha venduto al mercato la sua essenza di servizio e che anche nella vicenda della Whirlpool potrebbe dimostrare quella responsabilità e quella intransigenza etica che dovrebbe animarla. Mi auguro veramente cari amici e amiche che nonostante tutto si continui a cercare una mediazione in extremis, un modo per salvare una fabbrica capace di realizzare prodotti di riconosciuta qualità e con la fabbrica salvare la vita e la dignità di chi ci lavora. O quanto meno si garantisca agli operai, agli impiegati lasciati senza lavoro altre opportunità di guadagnarsi il pane e di garantire un futuro a se stessi e alle loro famiglie. Se questo non succederà certamente non possiamo tacere. Tacere è rendersi complice, perchè il male non è solo di chi lo commette ma anche di chi tace , di chi volta la testa dall’altra parte e lascia fare”.