Una scuola popolare, per dare continuità di apprendimento ai ragazzi del quartiere Scampia e dare ulteriori strumenti didattici agli educatori in un percorso di crescita comune. Chi Rom e Chi No risponde alle esigenze pedagogiche dei giovani, accresciute in questo periodo di confusione dovuta alla pandemia da Covid, lanciando un progetto innovativo da queste latitudini viste che esperienze simili le si incontrano soprattutto nei Paesi latinoamericani oramai dagli anni ‘70.

IL PROGETTO – «Durante il periodo del lockdown – spiega Barbara Pierro di Chi Rom e Chi No – a Scampia è nata la Banda di Mutuo Soccorso che ha aiutato le persone in difficoltà economiche donando cibo. È stato allora che abbiamo pensato di creare una scuola popolare per i ragazzi del quartiere e viste le problematiche che sta affrontando la scuola per garantire lezioni in sicurezza, ci è sembrato il momento adatto per partire. Sono pratiche attive in Sud America e nei Sud del Mondo. E anche don Milani predicava azioni del genere».

L’IDEA – La scuola popolare di Chi Rom E Chi No durerà per l’intero anno scolastico e si concluderà con dei campi scuola estivi itineranti, come già successo nei mesi di giugno e luglio scorsi, per tutta la città. La sede delle lezioni è quella di Chiku, in Largo della Cittadinanza Attiva a Scampia, (nei pressi dell’Ottava Municipalità e del Commissariato di Polizia) che per 3 volte a settimana ospiterà le decine di bambini coinvolti, natii di Scampia e anche di etnia rom, a cui si aggiunge un ulteriore giorno di lezioni nei vari rioni del quartiere di Scampia. A sostenere e partecipare al progetto, l’associazione “Con i Bambini’’. Tra i lavori oggetto delle lezioni e dei laboratori, tenuti ovviamente rispettando le distanze che le norme anti Coronavirus impongono, il vasetto delle presenze che ogni bambino ha personalizzato; il quaderno raccoglitore che custodisce l’impronta della mano. 

di Antonio Sabbattino