Inaugurazione dell’orto sociale e dell’area giochi “Tower” alla presenza del prefetto di Napoli Marco Valentini questa mattina al Giardino degli Scalzi in vico Lungo Sant’Agostino degli Scalzi, nel quartiere Materdei, dove partecipano a laboratori, ai campi estivi e agli altri eventi ludico-ricreativi 40 bambini seguiti da 20 operatori (che per le norme anti Covid sono scaglionati a gruppi nello svolgimento delle attività per evitare qualsiasi pericolo di contagio). A sostenere l’iniziativa, collaborando fattivamente con Asso.gio.ca che gestisce lo spazio, il gruppo bancario Unicredit. «Una bellissima sorpresa. Nessuno poteva immaginare che passando davanti al portone d’ingresso ci fosse così tanta bellezza, non solo da un punto estetico, ma dal punto di vista del lavoro che si fa e dalle persone che vi operano con motivazione» è il commento di Sua eccellenza Valentini visitando il Giardino degli Scalzi. A chi è impegnato in quest’avventura, aggiunge il prefetto, «le istituzioni devono grande gratitudine perché spesso le organizzazioni pubbliche fanno fatica ad occuparsi delle politiche sociali a causa di mancanza di risorse economiche e della cultura. Investire in queste iniziative, significa investire sul futuro della società e noi che rappresentiamo lo Stato siamo sempre ovviamente a disposizione per risolvere i problemi perché anche quando si fanno cose belle, i problemi ci sono sempre». Balli, canti e un clima di festa che solo i bambini con la propria energia riescono a creare: il Giardino degli Scalzi si conferma un’oasi felice nel cuore di Napoli. Contento per la visita del prefetto Marco Valentini anche il presidente di  Asso.gio.ca, Associazione Gioventù Cattolica, Gianfranco Wurzburger. «Per noi è un’altra bella giornata. Ci soddisfa molto inaugurare il progetto orto sociale con la Carta Etica di Unicredit che ci ha consentito di acquistare uno scivolo per i bambini qui al Giardino degli Scalzi. Il Covid – aggiunge Wurzburger – ci sta costringendo a far venire i bambini qui a gruppi di 12 al massimo ma non cambia molto: il nostro spirito rimane intatto». 

di Antonio Sabbatino