Una nuova struttura, confiscata alla criminalità organizzata, doveaccogliere le donne vittime di maltrattamenti. A Mugnano sorgerà da settembre il centro antiviolenza Kintsugi, che in giapponese significa “riparare con l’oro’’, destinato al sostegno psicologico e legale a chi è stata picchiata, aggredita vessata dal proprio partner. La sede sarà in via Crispi 10, all’interno di uno spazio appartenuto in passato al clan dei Casalesi e riaffidato con un comodato d’uso dal Comune di Mugnano tramite un avviso pubblico di gara. La presentazione del progetto questa mattina al teatro comunale alla presenza, tra gli altri, delle referenti della Dedalus, cooperativa a cui sarà affidata la gestione del centro antiviolenza Kintsugi, del sindaco Luigi Sarnataro e dell’assessore alle Politiche Sociali Valentina Canditone, prima del taglio del nastro alla nuova sede di via Crispi 10. «L’Istat conferma che anche a Mugnano una donna su 3 è vittima di violenza – ricorda Tania Castellaccio, referente dell’accoglienza delle donne della cooperativa Dedalus – Grazie alla casa Karaba, presente già da tanti anni a Mugnano, abbiamo accolto circa 300 donne sole o vittime di maltrattamento provenienti da diversi comuni del napoletano e dallo stesso capoluogo». Come però è quasi scontato dire, l’inaugurazione di un nuovo centro antiviolenza, che sarà attivo 4 volte a settimana, rappresenta un passo ulteriore verso la tutela delle donne vittime di violenza con gli episodi peraltro aumentati durante il lockdown. «Negli ultimi anni è aumentato il riconoscimento della violenza. Con il Kintsugi offriremo alle donne maltrattate sostegno psicologico, sostegno legale e accompagnamento in procedimenti giudiziari in caso di maltrattamento o affidamento dei minori. È anche un’affermazione politica» aggiunge Castellaccio. Manila Del Giudice, della stessa cooperativa Dedalus e già impegnata nello sportello antiviolenza del Comune di Mugnano, ricorda: «C’è la convinzione da parte dell’uomo di essere superiore e questa convinzione affonda le radici nel fondamento patriarcale della società. È la pretesa di sottomettere un altro genere. Ogni donna ha la sua storia e può riscrivere in suo riscatto autodeterminandosi». Per il primo cittadino Luigi Sarnataro la nascita del primo centro antiviolenza a Mugnano è «un evento di portata storica, in un anno e mezzo siamo riusciti a riconvertire l’uso di un bene confiscato alla camorra». «La speranza è che tutte le donne vittime di violenza possano riuscire a costruirsi una nuova vita anche grazie al sostegno del centro Kintsugi», l’auspicio dell’assessore comunale alle Pari Opportunità Valentina Cantidone.

di Antonio Sabbatino