Fra difficoltà e nuovi progetti, le storie del sociale si intrecciano per dar vita a legami virtuosi. Gli educatori del branco del gruppo scout Napoli1, hanno scelto di rivolgersi per i pasti del campo estivo all’impresa sociale La Kumpania, che gestisce il ristorante Chikù. Chikù è il primo ristorante italo-rom con sede a Scampia, nato dal lavoro dell’associazione di promozione sociale onlus “Chi rom e… chi no”.
«Siamo partiti più di 10 anni fa con una baracca nel campo rom per favorire l’incontro fra le comunità. Negli anni ci siamo resi conto di come, oltre alle attività pedagogiche e culturali, la cucina potesse essere un potente strumento per abbattere le barriere e superare le discriminazioni», racconta Barbara Pierro, fondatrice di Chi rom e… chi no. Luogo di integrazione culturale, dunque, ma anche di emancipazione per quelle persone che molti reputano invisibili.
«Era necessario immaginare delle economie alternative, che mettessero al centro il mutualismo e la giustizia sociale, e che dessero a donne rom e napoletane la possibilità di scegliere un’alternativa all’economia sommersa o criminale, per generare una reale libertà e garantire la rivendicazione della propria identità», continua Pierro.
Un’identità mai statica, ma che riesce ad essere il frutto spontaneo dell’incontro fra culture diverse, proprio come i piatti che possiamo assaggiare da Chikù, nei quali i friarielli napoletani si uniscono alla moussaka balcanica, generando un sapore unico ed innovativo. Un’attività dall’alto valore sociale che non si è fermata neanche con il lockdown, dando vita a “BAM – Brigata di appoggio mutuo” una rete di associazioni che ha offerto assistenza legale, psicologica, alimentare e didattica sul territorio di Scampia, affinchè nessuno venisse lasciato indietro.
Gli scout si sono spesso confrontati con le realtà di Scampia, con azioni di volontariato ed incontri con le associazioni. La loro scelta per la ripartenza dei campi estivi è stata chiara: «Spesso nel mondo scout ha prevalso la tendenza al risparmio piuttosto che quella del consumo critico. Negli ultimi anni abbiamo lavorato molto per privilegiare una scelta etica e non esclusivamente economica», dichiara Maurizio de Pascale, capogruppo del Napoli 1. «E’ nostro compito incentivare filiere virtuose come quella di Chikù, chiaro esempio di una realtà che ha fatto dell’integrazione e dell’innovazione sociale il suo unico obiettivo».

di Yari Russo