Piazza Cavour non è una zona casuale, ma una scelta fatta diciassette anni fa per restituire quella “terra di nessuno” tra il rione Sanità e il resto del centro storico ad un progetto di pace.: l’ impegno portato avanti da Mani Tese Campania. La Onlus opera a livello globale dal 1964 per ridurre gli squilibri tra Nord e Sud del Mondo, e costruire una società più equa a livello mondiale, che assicuri condizioni sociali, culturali e politiche per la piena realizzazione della persona umana. La sede di Napoli è stata costituita nel 1999 e stabilita nel cuore di piazza Cavour, negli anni è stata preda di numerosi attacchi intimidatori e raid vandalici, l’ultimo si è verificato qualche giorno fa ed è stato sicuramente il più grave. La struttura ha subito diversi danni e sono stati rubati ninnoli d’argento, un fax e un vecchio computer. Lo scarso valore complessivo di tali beni lascia supporre che l’obiettivo di tanta violenza non fosse un’appropriazione indebita, bensì altro. A seguito di questo vergognoso episodio si è innalzata una forte resistenza cittadina che ha trasformato un evento distruttivo in un’occasione per manifestare solidarietà e unione di fronte alle ingiustizie. Una vera e propria “scorta civile” come la definisce il coordinatore dell’associazione Renato Briganti, formata da giovani, anziani, ricercatori, professori dell’Università Federico II, associazioni attive sul territorio. I video pubblicati sulla pagina Facebook dell’associazione raccolgono i messaggi di solidarietà di centinaia di persone tra cui Padre Alex Zanotelli, Alessandra Clemente, e il Sindaco Luigi De Magistris che ha paragonato il bisogno del volontariato a quello dell’ossigeno soprattutto oggi che come mai abbiamo bisogno di mani che uniscono, che creano legami, che non lasciano nessuno indietro. Si aggiunge il GIT di Banca Etica, il Centro Culturale Gesù Nuovo, l’ Associazione Libera Campania, Legambiente, la Cooperativa Lazzarelle a tanti altre realtà la cui manifestazione di solidarietà è la testimonianza dell’efficienza del lavoro che da anni Mani Tese porta avanti sul territorio, un lavoro che va a beneficio di tutti, come emerge chiaramente dal messaggio contenuto nell’hashtag che ha fatto il giro dei social “Chi tocca Mani Tese, tocca tutti noi”. D’altro canto è esattamente così: quando un’ associazione, un gruppo di persone, porta avanti anche un solo piccolo progetto di giustizia sta lavorando per l’intera società. E Mani Tese di progetti ne ha portati avanti tanti: dal commercio equo-solidale, ai vari laboratori, ai corsi di formazione, alla distribuzione dei pasti, allo spazio offerto ai comitati per avallare il dibattito politico e la resistenza civile, ai corsi di formazione, fino all’ultima iniziativa basata sulla lotta allo spreco alimentare: il pane del giorno prima, ancora commestibile, anziché divenire un rifiuto, viene distribuito nelle mense e alle famiglie in difficoltà.  «Chi ci ha fatto male non conosce la gioia che si prova nel lottare per la giustizia e per l’uguaglianza. Non riusciamo neanche ad odiarli, perché l’odio non ci appartiene. Chi tocca Manitese tocca l’umanità» afferma Rosetta, socia storica di Mani Tese, manifestando la sua solidarietà in uno dei tanti micro messaggi inviati alla Onlus.  E’ evidente come ogni piccola azione compiuta in questa direzione di giustizia abbia un effetto moltiplicatore che nessuna forma di violenza potrà annullare, contenuto che emerge chiaramente dalle parole di Renato Briganti: «alla violenza che è lo strumento di azione dei deboli noi rispondiamo con la non violenza attiva che è lo strumento dei forti. Chi ha compiuto questo atto vergognoso ha generato probabilmente l’opposto di quello che avrebbe voluto: la solidarietà si è moltiplicata, tutta la città si è stretta attorno a noi, e i volontari che nei mesi precedenti avevano avuto paura a seguito delle varie minacce, oggi si sentono difesi da un’indistruttibile scorta civica. Voi distruggete la sede 100 volte, noi la riapriamo 100 volte. Pensavate che ce ne saremmo andati, ma restiamo lì per sempre. E dopo il fondamentale supporto ricevuto sui social, siamo pronti a rimetterci a lavoro».

di Lea Cicelyn