Giunge alla sua terza edizione il progetto artistico “Urban Neapolis” che, con il supporto del  Museo di Urban Art di Roma (MURo), anche quest’anno ha dato nuova forma e colore alle strade e ai muri dei quartieri di Napoli. Questa iniziativa nasce dall’idea di Davide “Diavù” Vecchiato, noto artista internazionale, e  dell’ “Associazione Mattia Fagnoni Onlus” per sensibilizzare le persone e l’opinione comune alla realtà delle malattie infantili rare e incurabili. L’obiettivo è proprio quello di narrare, attraverso una rappresentazione visiva e di strada, le storie di persone comuni e di famiglie che abitano i quartieri della città e che, ogni giorno affrontano la realtà e la condizione della disabilità delle proprie figlie o figli. Una condizione a cui le istituzioni non riescono a rispondere nei termini di supporto alle difficoltà quotidiane: per questo Simona Marrazzo e Francesco Fagnoni hanno sentito la necessità di organizzarsi, per far in modo che l’esperienza della disabilità del figlio Mattia potesse essere patrimonio colletivo.
Attraverso l’arte, in poco tempo, son riusciti a dar vita a una realtà solidale internazionale che ogni anno disegna e riempe di colore le forme create con i pennelli, per trasformare di significato le mura della città di Napoli. Si vuole portare colore lì dove si percepisce solo la monocromia del grigio, “abbattendo” così le alte mura di cemento con le storie di vita e speranza di bambine e bambini che ogni giorno, insieme alle loro famiglie e a chi è mosso da una solidarietà e una volontà di far del bene, resistono e combattono la loro malattia. Gli artisti che dal 25 al 27 Ottobre hanno coinvolto Via Tarsia in questo progetto sono stati due urban artists italiani: Sardomuto e Ericailcane, che con vernice, pennelli, rulli ed elevatore hanno lasciato un segno per risignificare di solidarietà l’opprimente muro che costeggia la strada. Un grande uccello blu che, insieme a un gatto, sorreggono una boccia di vetro lesionata in più punti in cui nuota al sicuro un pesciolino rosso.
Così gli artisti hanno percepito e voluto rappresentare il mondo della disabilità infantile: una realtà che talvolta può essere troppo fragile e per questo bisognosa di protezione (anche da parte di chi non ce lo si aspetta) da quelle inevitabili crepe che il mondo esterno apre nella sensibilità di queste persone. Sardomuto e Ericailcane hanno sentito l’esigenza di prendere parte al progetto e di dare, così come hanno fatto gli artisti delle precedenti edizioni M-City e Diavù, un proprio contributo alla rappresentazione visuale del mondo della disabilità, volendone disegnare una narrazione e un significato differente. 

 Foto e testo di  Emanuela Rescigno