È appena ripartito dopo la pausa invernale il Progetto “Piantiamo”, frutto della sinergia tra diverse realtà del mondo del Terzo settore che si sono riproposte di affrontare il tema della disabilità secondo la declinazione del “bio”. Quando la Natura detta i tempi si crea un equilibrio, un’armonia che annulla le distanze e ognuno si sente parte del tutto. Anche chi, a causa di un handicap di qualsiasi genere, dovrebbe avere qualche difficoltà in più rispetto agli altri.
A Pompei, da tre anni a questa parte, ha preso il via una iniziativa che coinvolge un gruppo di ragazzi “speciali” dai 18 ai 25 anni.
Non è il solito laboratorio. Al contrario, gli organizzatori ci tengono a sottolineare che non si tratta di un’esperienza di orto-terapia, ma di un vero e proprio percorso formativo in un contesto extra-terapeutico finalizzato all’avviamento al lavoro e all’integrazione sociale. Non ci sono terapeuti, dunque, ma formatori, il cui unico obiettivo è quello di trasferire le competenze pratiche legate alla coltivazione della terra e alla trasformazione dei prodotti e veicolare nei ragazzi la capacità di regolazione del comportamento e delle emozioni in un contesto lavorativo. Qui, in altre parole, i partecipanti imparano a prendersi cura di sé stessi attraverso la gestione di un orto che va coltivato con continuità, seguendo tecniche collaudate e utilizzando gli attrezzi giusti.
Il merito di questo cammino è dell’associazione “Fuori dal Seminato” impegnata nella promozione dell’agricoltura urbana come strumento di educazione e mezzo di integrazione sociale, insieme al Centro Medico Riabilitativo Pompei, che porta avanti da anni e con rigore il lavoro con i suoi ragazzi. Ma ci sono anche gli operatori dell’associazione “Le Tribù”, attiva nella sensibilizzazione al consumo critico e alle problematiche di squilibrio fra nord e sud del mondo (…gli aspiranti coltivatori devono pure far merenda, magari utilizzando prodotti che non sono frutto di sfruttamento e violazione dei diritti fondamentali) e quelli dell’associazione “Teseo”, che si occupa, invece, di formazione con particolare interesse in campo sanitario e di prevenzione. Ognuno ci mette qualcosa per concorrere all’obiettivo finale. In campo anche la Chiesa Valdese che ha accettato di sostenere economicamente il progetto con i fondi dell’8xMille, dando la possibilità ai partner di acquisire nuovi attrezzi e dotazioni ed arricchire il percorso di nuove esperienze. Uno spazio ampio sarà riservato alla coltivazione di erbe aromatiche e officinali che saranno al centro di un nuovo progetto di conoscenza, trasformazione e confezionamento che vedrà i ragazzi coinvolti nella produzione artigianale di spezie e tisane. Sarà riprodotta tutta la filiera: dalla piantumazione alla essiccazione, fino a confezionamento ed alla distribuzione e condivisione alle famiglie.
I vari momenti saranno filmati. Nessuno vuole imporre la logica del “Grande Fratello” ovviamente. È solo un modo che consentire di raccogliere il materiale utile alla realizzazione di un docufilm che sarà presentato alla prossima edizione di Moviemmece, il Cinefestival della biodiversità del cibo e delle culture organizzato a Napoli dall’Associazione Fuori dal Seminato. «Il progetto Piantiamo si pone la sfida di coniugare logiche apparentemente incompatibili come diversità, solidarietà e mercato – spiegano gli organizzatori – ma è una sfida che siamo determinati a raccogliere perché solo reinventando il concetto stesso di mercato e di mercato del lavoro potremo offrire un’opportunità di inclusione a tutti, nel rispetto delle unicità e delle differenze».
> di Carmine Alboretti