NAPOLI – Si chiama Hope Project il programma che grazie ai volontari dell’associazione Sicomoro Onlus ha trovato realizzazione in un bene confiscato alla camorra di via Nazionale delle Puglie, a Casalnuovo. Apre in città, dunque, la prima casa rifugio per le donne vittime della tratta, un progetto di interscambio con diverse regioni d’Italia nell’ambito del quale le ragazze, recuperate dalla strada, vengono sottratte dalla schiavitù della prostituzione forzata. All’apertura della casa rifugio è intervenuto il sindaco Massimo Pelliccia: “Progetti come questi ci rendono orgogliosi del lavoro che stiamo facendo per la città – ha dichiarato – grazie ai volontari dell’associazione Sicomoro questa mattina apriamo le porte di un nuovo bene confiscato alla camorra. Siamo primi per il riutilizzo di questi beni ed a breve riusciremo ad inaugurane altri già assegnati alle no profit del territorio”. Nella casa rifugio c’è già un piccolissimo ospite, di appena un mese, che è stato accolto insieme a sua madre: un vero “miracolo” per i responsabili del progetto che si stanno prendendo cura della ragazza ospitata insieme a suo figlio. A far vivere la casa rifugio, oltre ai volontari Sicomoro, ci sono altre giovani nordafricane sottratte dalla schiavitù che ora sono pienamente integrate nel tessuto della comunità. “Questo per noi è un sogno che si realizza – ha dichiarato il presidente Giorgio Sorrentino – il nostro progetto di accoglienza aveva bisogno di nuovi spazi e grazie a questi beni confiscati, ed all’amministrazione comunale che crede in queste attività, siamo pronti ora a fornire assistenza a chi è più debole ed isolato”.