NAPOLI – L’eleganza della matematica, alla base delle teorie economiche, difficilmente è servita a mettere fine ai morsi della fame e alle sofferenze di milioni di persone. Progetti come quelli sul microcredito, che hanno contravvenuto le regole dell’economia tradizionale, concedendo prestiti a soggetti ritenuti “non bancabili” sulla base della fiducia, hanno confermato la validità di visioni alternative. Estendere l’accesso al credito alle fasce più povere della popolazione senza “un’adeguata garanzia” è stato un passo rivoluzionario e sulla scia dell’esperienza di Muhammad Yunus in Bangladesh nel 1974, il microcredito si è diffuso anche in Europa e a Napoli, dove è nato un progetto nel Rione Sanità. A partire dal 2006 Padre Alex Zanotelli, il missionario comboniano che da anni ha scelto di vivere nel Rione, ha coadiuvato la partecipazione di un insieme di associazioni attive nel quartiere come l’ associazione Marco Mascagna, la rete Lilliput e ManiTese Campania. I prestiti sono stati erogati da Banca Popolare Etica a un tasso di interesse pari all’1% e hanno finanziato diverse attività. Tra quelle vincenti c’è sicuramente quella degli aperitivi socio-culturali di Francesco Sepe, un giovane che è tornato a Napoli dopo un esperienza nel Regno Unito per rilanciare la storica attività della sua famiglia. «Da quattro generazioni – spiega Francesco Sepe- la mia famiglia si occupa della vendita di vino sfuso nel quartiere Sanità. Nel 2014 dopo un anno trascorso a Londra, ho deciso di ritornare e investire anche io in quest’attività. Nel 2015 nasce, così, “Aperisepe”, un aperitivo socio culturale del giovedì sera con un intrattenimento che va dalla fotografia, alla scrittura, alla pittura, alla musica dal vivo. Puntiamo a un modo sano di fare aggregazione. Il nostro calice di vino è da anni accessibile a tutti perché l’idea è di allargare la partecipazione, senza discriminazioni di classe, colore della pelle, cultura o provenienza. La musica è gratis e deve essere per tutti».
ARMANDO – Altre esperienze sono state più difficili, come il finanziamento ottenuto da Armando per la sua attività di fioraio. «Ho avuto la fortuna di incontrare Banca Etica – racconta l’uomo- e di ricevere un prestito di 5mila euro con cui ho potuto comprare un furgone nel 2015. Il problema è che in questi anni non ho potuto utilizzare il furgone perché non mi potevo permettere l’assicurazione e non volevo aumentare la rata del prestito». Percorsi non semplici, ma con successi e passi in avanti. «C’è voluto tempo- racconta Padre Alex -per far capire che non fossero donazioni a fondo perduto. Spesso si è generata confusione tra microcredito e credito della speranza. Oggi stiamo vedendo dei risultati ed iniziano ad esserci proposte interessanti, ma abbiamo bisogno di nuovi fondi e di fare più formazione». Un progetto coraggioso cha va implementato con nuove idee e più lavoro per portare ancora luce su quartiere ricco tradizioni e umanità. «Il quartiere Sanità nasconde un valore umano inestimabile -sottolinea Mauro Migliazza, volontario responsabile del progetto- e realtà come queste valorizzano la relazione umana e la grande solidarietà nel quartiere. Si deve ripartire da queste piccole attività che le persone svolgono con creatività e passione. Temo, piuttosto, il turismo, la cui forte domanda nel settore “food” potrebbe far scomparire tutta la bellezze dei laboratori e delle piccole attività artigianali. E’ un quartiere di invisibili, che meritano visibilità, sono loro che rappresentano il mondo reale».

di Lea Cicelyn