NAPOLI- Uno spaccato della terra del fuoco, quello del riscatto e del futuro possibile, intravisto e anelato nello sguardo di giovani studenti di Caivano, approda nel centro della Napoli buona. 
In una mostra fotografica al PAN,  dal 22 dicembre al 20 gennaio (tutti i giorni 9,30-19,30), si raccontano le storie di un quartiere difficile dove ci si impegna cercare strade alternative alle facili difficoltà, attraverso iniziative concrete e piene di passione.

E così, gli scatti di 15 studenti dell’Istituto superiore Francesco Morano di Caivano, uno degli hinterland più a rischio da un punto di vista del degrado sociale del circondario partenopeo,   dopo la anteprima al PHOTOLUX di Lucca, dove sono stati in esposizione dal 17 novembre, tornano nella città di Napoli. La mostra fotografica è frutto di un percorso formativo che è diventato il reportage di  frontiera e appunto la storia di un riscatto che può esserci, quello di giovani studenti a cui viene data l’opportunità di apprendere un’arte, la fotografia e le tecniche base di una eventuale professione, ma anche di imparare a osservare la realtà da prospettive differenti.  I giovani allievi sono stati guidati nel progetto “Ri –scatta l’obiettivo”,  dal giovane master fotografo Antonio Gibotta, napoletano e vincitore del Word press Photo 2016 oltre che Canon Ambassador del 2018, in un viaggio di immagini che ha aperto e al tempo stesso cambiato il loro sguardo sulla realtà del proprio quartiere.   

L’esposizione si inserisce non a caso, nell’ambito della mostra personale di Antonio Gibotta “RESPECT”, nella quale il lavoro dei ragazzi si integra perfettamente. L’esperienza operativa, già sperimentata con successo in una scuola di Napoli est, come “Scatta la notizia”,  si era concentrata nei mesi estivi, sulla scia di altre iniziative di “Scuola viva”, cui l’ Istituto  aderisce al fine di accogliere anche nei periodi di pausa scolastica gli studenti e offrire loro una possibilità diversa dalla strada. L’Istituto, che offre percorsi  per periti  tecnici o per il settore turistico-alberghiero, è ben noto alla cronaca per le numerose iniziative della Preside Carfora a favore del recupero scolastico e formativo dei ragazzi con maggior difficoltà di frequenza.

Gli studenti hanno imbracciato le macchine fotografiche, messe a disposizione da Canon, e hanno documentato il loro territorio difficile e complesso, ma con l’obiettivo di coglierne gli aspetti positivi. Si sono infatti dovuti attenere ai 17 obiettivi dello Sviluppo Sostenibile che le Nazioni Unite hanno messo in agenda per il 2030,  documentando storie e realtà del territorio, a pochi conosciute. La missione di questo percorso educativo racchiude essa stessa due degli Obiettivi salienti dello Sviluppo Sostenibile, Istruzione di Qualità e Ridurre le Disuguaglianze. Ne è venuto fuori una raccolta di immagini forti ma ,soprattutto, la partecipazione dei ragazzi che li ha visti presenti, con entusiasmo, in tutte le giornate del programma è stato  un momento di gioia e fermento in un territorio depresso e disagiato. 

“Abbiamo partecipato a questo progetto – dichiara lo studente Carmine Fusco – con l’intento di fare un’azione buona che potesse salvare il mondo da questa agonia definita da tanti come “progresso”, lo abbiamo fatto con la fotografia, lo abbiamo fatto mostrando che nel nostro territorio non c’è solo quel senso di agonia che ci opprime, ma anche un forte senso di speranza che non muore mai e che di tanto in tanto permette a persone come noi di poter fare qualcosa per tutti.”

“Qui c’è un tesoro inestimabile,- così la Preside Eugenia Carfora -germogli preziosi, con menti curiose,con occhi belli, con mani magiche, con piedi per esplorare il mondo. Qui c’è la speranza del presente e del futuro: i miei e i vostri ragazzi, piccoli e grandi. Doniamo amore senza se e senza ma.”