NAPOLI – Le donne vittime di violenza che contattano il numero verde 1522 per richiedere sostegno sono in aumento. Secondo i dati forniti dall’associazione Telefono rosa, che gestisce il servizio promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità, nei primi tre mesi del 2018 solo a Roma le telefonate da parte di donne vittime di violenza sono state 444 chiamate a fronte delle 587 totali dello scorso anno. Nell’intera regione Lazio le telefonate fino a giugno sono state 1431. In tutto il 2017 erano state 2034.
Anche in Campania i numeri di donne che scelgono di chiamare il numero verde dedicato alle vittime di violenza di genere sono in aumento. «In media sono circa duecento l’anno i contatti attraverso il 1522 per ognuno dei nostri sportelli. Nei primi sei mesi di quest’anno sono aumentati del 50 per cento rispetto allo scorso anno», racconta Giovanni Russo, responsabile dei Centri antiviolenza Lilith, il quale aggiunge che però «delle tante donne che si avvicinano solo il 20 per cento prosegue nei percorsi dei servizi gratuiti offerti degli sportelli». I contatti non avvengono solo attraverso il numero verde gratuito. «Le donne vittime di violenza utilizzano anche i social network per mettersi in contatto con noi. È un messo sempre più utilizzato per un primo contatto», dice Russo.
Aumenta di poco il numero di donne prese in carico dalle case accoglienza dopo le denunce per maltrattamento. Solo il 10 per cento trova rifugio. Una buona parte è costretta a tornare a casa propria, dove molto spesso vive anche la persona che le usa violenza. «A fronte di un aumento di contatti risulta enormemente carente il numero di case accoglienza disponibili», denuncia Giovanni Russo. Secondo il responsabile dei Centri antiviolenza Lilith è «un problema di programmazione. Finalmente si investe in modo strutturato nei centri antiviolenza. Il problema è che non lo si fa ancora in maniera adeguata sulle case accoglienza». Queste strutture sono molto spesso realizzate attraverso gli sforzi degli ambiti territoriali che cercano di farne usufruire a donne che provengono da quei territori. In questo «molto spesso non si riesce a dare una risposta immediata alle vittime di violenza. E invece bisogna dare una risposta concreta a queste donne, altrimenti la stessa azione di supporto rischia di essere inefficace», conclude Giovanni Russo.

di Ciro Oliviero
foto di Ferdinando Tononi © Progetto FIAF-CSVnet “Tanti per tutti. Viaggio nel volontariato italiano”

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