NAPOLI – Cambiano le regole per il Terzo Settore in Italia. Con il Decreto Legislativo 177 del 2017 è finalmente entrato in vigore il nuovo “Codice del Terzo Settore”. Tra i punti di maggior interesse, per chi si occupa di raccolta fondi, ci sono: la nascita del Codice del Terzo Settore, la nuova disciplina del cinque per mille e la modifica delle agevolazioni fiscali. Il nuovo Codice introduce nel nostro ordinamento la qualifica di Ente del Terzo Settore (ETS). La qualifica di ETS è però subordinata all’iscrizione nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore. Gli ETS, con l’iscrizione al registro, saranno tenuti al rispetto di vari obblighi riguardanti la democrazia interna, la trasparenza nei bilanci, la pubblicazione dei bilanci, i rapporti di lavoro e i relativi stipendi, l’assicurazione dei volontari e anche la destinazione degli eventuali utili. Gli Enti potranno realizzare attività di raccolta fondi organizzata e continuativa nel rispetto di principi di verità, trasparenza e correttezza nei rapporti con i sostenitori e il pubblico. Questo a conferma che i doveri di trasparenza e di uso etico delle risorse raccolte, sono ormai diventati fondamentali per tutelare la fede pubblica colpita da scandali che gettano ombre sul volontariato. Le novità per chi si occupa di raccolta fondi sono diverse, gli ETS, infatti, potranno accedere a una serie di esenzioni e vantaggi economici previsti dalla riforma: 200 milioni nei prossimi tre anni che comprendono incentivi fiscali maggiorati per i donatori, risorse del nuovo Fondo progetti innovativi e lancio dei “Social bonus” e dei “Titoli di solidarietà”. Inoltre, previste alcune formule per risparmiare sulle spese di gestione delle organizzazioni: le pubbliche amministrazioni dovranno cedere senza oneri, alle associazioni, beni mobili o immobili per eventi e manifestazioni, dovranno  assegnare in comodato d’uso gratuito sedi, oppure concedere immobili a canone agevolato, in cambio della riqualificazione. A mio parere, le nuove agevolazioni fiscali invoglieranno maggiormente i cittadini a donare fondi, ma questo non basterà a rafforza re il fundraising. In Italia manca la cultura delle donazioni che è legata non solo al dono del denaro, ma anche a quello del tempo e parlo del fare volontariato. Educare al volontariato e alla solidarietà dovrebbe diventare l’obiettivo morale di ogni organizzazione nonprofit. La riforma del cinque per mille, la cui copertura ammonta a 500 milioni di euro prevede “un meccanismo di erogazione più veloce”, al posto della media di quasi due anni previsti al momento; “una diversa ripartizione delle risorse in modo da evitare distorsioni”; e “un meccanismo di trasparenza in base al quale i beneficiari dovranno rendere conto con una informazione sostanziale di come impiegheranno le  risorse che il cittadino destina loro”. Il messaggio è chiaro: raccogliere fondi in modo trasparente e rendicontare le spese in maniera chiara e pubblica.

di Raffaele Picilli

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