ROMA- In occasione del suo decimo anniversario, la Fondazione CON IL SUD promuove la manifestazione nazionale  “Un futuro mai visto”. Gli appuntamenti in programma si svolgeranno in diverse città italiane: Messina, Palermo, Lecce, Napoli, Firenze, Venezia. Sono cinque le figure storiche contemporanee che saranno al centro degli incontri: Franco Basaglia, Danilo Dolci, Renata Fonte, Don Lorenzo Milani, Adriano Olivetti. La manifestazione, dopo l’annullamento dell’incontro del 13 maggio a Roma per motivi di salute del Premio Nobel per l’Economia Amartya Sen, si aprirà con un doppio appuntamento dedicato a Danilo Dolci, sociologo, poeta educatore e attivista della non violenza: il 10 giugno a Messina e l’11 giugno a Trappeto (Pa), con la partecipazione, tra gli altri, del sociologo francese Edgar Morin. 

Il secondo appuntamento si terrà a Lecce il prossimo 30 giugno e sarà dedicato a Renata Fonte, giovane amministratrice locale salentina impegnata a difesa del territorio, assassinata nel 1984. Saranno presenti, tra gli altri, la presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi e Don Luigi Ciottipresidente di Libera.

Il terzo incontro in programma si terrà l’8 settembre a Napoli. L’appuntamento sarà dedicato ad Adriano Olivetti, innovatore e imprenditore che ha immaginato un modo nuovo di fare impresa ponendo al centro il bene della comunità. Tra i partecipanti all’evento: il sociologo Domenico De Masi, l’economista Marco Vitale, l’architetto Luca Zevi Beniamino de’Liguori Carino, segretario generale della Fondazione Adriano Olivetti. Il 29 settembre a Firenze la giornata sarà dedicata a Don Lorenzo Milani, un punto di riferimento per il suo impegno civile nell’istruzione dei poveri e il valore pedagogico della sua esperienza di insegnante. A questo incontro parteciperanno, tra gli altri, Giuseppe De Ritapresidente del Censis, Marco Rossi Doria insegnante ed ex sottosegretario all’Istruzione e lo scrittore Eraldo Affinati.

Il ciclo dei cinque appuntamenti – che prevedono delle testimonianze di buone pratiche di rete, realizzate al Sud con il sostegno della Fondazione – si concluderà a Venezia con l’incontro dedicato a Franco Basaglia, psichiatra che ha creato un modo nuovo di concepire la follia e di prendersi cura delle persone che la vivono (la “legge 180”, che riforma radicalmente i principi del trattamento psichiatrico, fu approvata il 13 maggio del ‘78). All’evento, nel quale saranno messe in relazione tra loro anche le figure di Dolci, Milani e Olivetti, parteciperanno, tra gli altri, Walter Veltroni, lo psichiatra Franco Rotelli, Maria Grazia Giannichedda, presidente della Fondazione Franca e Franco Basaglia e Marino Sinibaldi direttore di Radio Tre.

La scelta di rileggere le figure dei cinque personaggi, oltre a rimarcare la loro capacità di coniugare l’aspetto “visionario” e la potenza dell’esempio, vuole sottolineare anche l’attualità di una necessaria rottura culturale con schemi e paradigmi ormai inappropriati per interpretare il presente e progettare il futuro, non solo del Sud ma del Paese.

La scelta è stata quella di partire dalla “utopia della realtà” dei cinque che si applica nei diversi ambiti della nostra società: economia e produzione, salute e welfare, educazione e formazione, diritti individuali e collettivi, territorio e legalità, esplorando i modelli e le esperienze che direttamente o implicitamente si sono ad esse ispirate. Insomma, approcciandosi a “UN FUTURO MAI VISTO”, nel senso storico dei fatti e nel senso ideale di un cambiamento possibile. La Fondazione CON IL SUD “da statuto” (è nata il 22.11.2006) vuole promuovere “l’infrastrutturazione sociale” del Mezzogiorno, ovvero sostenere percorsi di coesione sociale per favorire lo sviluppo. “Un progetto ambizioso e unico nel panorama europeo costituito da un’alleanza inedita tra le fondazioni di origine bancaria e il mondo del terzo settore e del volontariato, che ancora oggi, insieme, la governano e che investe nella società civile e nella capacità di fare rete sul territorio – spiega Carlo Borgomeo presidente della Fondazione CON IL SUD – In altre parole, proponiamo un cambio di paradigma, cercando di ribaltare la cultura dominante che considera temi come  l’istruzione, la condizione giovanile e minorile, i beni comuni, il welfare di comunità e in generale il sociale importanti, ma non centrali per lo sviluppo. La Fondazione – conclude  il presidente- con il suo lavoro vuole dimostrare che tutto ciò rappresenta, al contrario, una priorità e che uno sviluppo reale può realizzarsi solo partendo dalla coesione sociale”.

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