NAPOLI – «Natale è luce, festa e allegria, ma è anche famiglia, calore, è la tavola imbandita, sono gli abbracci degli amici.  Natale sono le grandi solitudini, sono le periferie umane, sono gli anziani, i bambini, sono tutte quelle persone costrette a trascorrerlo lontano dalla propria terra. Sono i detenuti, sono i senza fissa dimora». È Francesca Sepe a pronunciare parole così accorate. Francesca è un membro dei “Giovani per la pace di Napoli”, studenti universitari della Comunità di Sant’Egidio. Da più di trent’anni, in circa 70 paesi diversi del mondo, la Comunità di Sant’Egidio si stringe intorno ai bisognosi con molteplici attività che durano l’intero anno, e che trovano nel periodo natalizio il picco della solidarietà. Il 22 Dicembre, non a caso, i giovani universitari organizzano un pranzo per gli amici che vivono per strada, gli stessi a cui fanno visita ogni mercoledì per poter offrire loro un pasto caldo e beni di prima necessità. L’appuntamento di Martedì 22 Dicembre è per le ore 9.30 nella Chiesa dei Santi Severino e Sossio, dove avrà inizio la preparazione dell’evento #ADreamForChristmas, nell’ambito del quale seguiranno la liturgia alle ore 11.00, e infine tutti in tavola alle 12.30. “I Giovani per la pace di Napoli” della Comunità di Sant’Egidio non saranno soli: in molti chiedono di dare una mano, di contribuire anche con un piccolo gesto che può rendere felice chi si sente abbandonato.  È la gioia di sentirsi utili per qualcuno a cui la vita sorride meno e di poter aiutare donando un pullover, un pigiama, guanti contro il freddo o un pacchetto di biscotti al cioccolato. Chiunque voglia, quindi, può recarsi personalmente nella sede della Comunità di Sant’Egidio, situata in via Palmieri 19 (difronte la Federico II di corso Umberto I) e cambiare il volto del Natale per chi quello vero non l’ha mai conosciuto.
«I poveri – aggiunge Francesca Sepe – ci aiutano a ritrovare il senso profondo del Natale, ci allontanano dall’ idea della festa consumistica, e ci riportano alla tradizione d’amore che viene dalla nascita di Gesù, nei nostri e nei loro cuori insieme. Attorno alla grande tavola imbandita sorridono e si incontrano musulmani, cristiani, giovani, adulti, rom, stranieri. Ed è molto più di un’occasione, è quasi un’immagine che assomiglia ad un miracolo». È per questo che il Natale della Comunità di sant’ Egidio dura molto più di 24 ore: i pranzi, infatti, si svolgono periodicamente anche nelle carceri, negli istituti per anziani, nelle scuole della pace frequentate tutto l’anno dai bambini, con gli amici disabili. Dal nord al sud del mondo, la Comunità vuole essere per tutti una sola festa e una sola casa.
«Il vangelo – conclude la giovane Sepe – racconta che alla nascita di Gesù non c’era posto per lui. Noi rivediamo in ognuno dei poveri che incontriamo quel Bambino che non era accolto, a cui cercheremo di trovare sempre un posto nel nostro cuore, nella nostra vita, nella nostra grande famiglia. Anche a Natale».
 

di Francesca Coppola

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