the raw studyNAPOLI – Se ne è parlato anche durante la seconda edizione di Canapa in Mostra, tenutasi a Napoli qualche giorno fa: la canapa può costituire una risorsa, sia da un punto di vista di innovazione che di sostenibilità. Il suo uso può essere importantissimo nell’industria, non solo tessile, ma anche alimentare. Soprattutto, può essere impiegata in ambito medico, nella terapia del dolore.

LA RICERCA – The Raw Study, progettato dalla neuroscienziata Viola Brugnatelli, è la prima ricerca sugli effetti della cannabis cruda nella terapia contro i dolori spastici e il miglioramento della qualità della vita nei pazienti affetti da sclerosi multipla.
Lo studio, condotto tra Italia e Spagna si avvale delle conoscenze sulle note proprietà della cannabis, ma usata per la prima volta in forma cruda: non passando per il procedimento di essicazione, il THC presente nella pianta essiccata diventerebbe psicoattivo, mentre la forma cruda lascerebbe intatte le proprietà terapeutiche della canapa, pronte all’uso nella terapia del dolore.  Lo studio Raw presentato da Brugnatelli sulla terapia della sclerosi multipla si avvale non soltanto della somministrazione dei succhi a base di cannabinoidi, ma anche di altri accorgimenti, basati sull’incidenza della malattia: «Pur non essendo ad oggi conosciuta la causa specifica della malattia, lo studio sulla sclerosi multipla ha sottolineato come i più colpiti siano i Paesi lontani dall’Equatore, in cui il consumo di grassi animali è nettamente maggiore che altrove – spiega Brugnatelli nella conferenza di presentazione di The Raw Study a Canapa in Mostra – Nello studio Raw ai pazienti che si sottoporranno alla cura vengono somministrati ogni giorno 5 succhi a base di cannabis cruda, in abbinamento a uno stile di vita e a un’alimentazione ispirati ai principi olistici: si propone, infatti, una dieta vegana, poverissima di grassi saturi, l’esposizione al sole per favorire la produzione della vitamina D e l’uso nella dieta di antiossidanti naturali, quali la curcumina».

LA TERAPIA – Approccio scientifico e terapia olistica: il caso dello studio Raw si avvale della collaborazione di ricercatori, medici e volontari, interamente autofinanziato tramite campagne di crowdfunding e finanziamenti privati e portato avanti tra Milano e Tarragona, in Catalunya, grazie alla collaborazione con l’associazione Medicanna. Lo studio Raw si caratterizza fortemente per la sua innovazione, ma anche per la sfida che rappresenta alla medicina tradizionale. Medicina che in Italia consente l’uso dei farmaci a base di cannabinoidi, ma soltanto Toscana, Puglia, Piemonte, Veneto, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Marche, Abruzzo, Sicilia, Umbria, Basilicata ed Emilia Romagna hanno elaborato leggi regionali per la somministrazione dei farmaci a base di cannabinoidi erogabili dal Servizio Sanitario Regionale, seppur importati dall’Olanda.

LA LEGGE – Solo dal 18 settembre 2014 il Governo Renzi ha dato il via al progetto pilota di produzione di cannabis ad uso terapeutico, grazie all’accordo stretto tra il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin e il Ministro della Difesa Roberta Pinotti: in base a questo accordo, è stata avviata la coltivazione di cannabis in Toscana, nello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, nell’ottica di abbattere sensibilmente i costi dei farmaci utilizzati nella terapia del dolore, principalmente nei pazienti affetti da sclerosi multipla. Un punto di partenza importante per l’Italia, che rischia però di marciare ancora troppo lentamente rispetto all’impiego della cannabis a fini terapeutici all’estero.

di Claudia Di Perna

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