gioco d'azzardoNAPOLI – Il gioco d’azzardo patologico, l’incapacità di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse, nonostante la persona sia consapevole che questo possa portare a gravi conseguenze: è stato il tema affrontato  durante il convegno intitolato “Istituzioni, Associazioni, persone: in campo contro le patologie da gioco d’azzardo”, che si è svolto nell’antisala dei Baroni del Maschio Angioino di Napoli. Promosso dalla Lega delle Autonomie Locali, dall’Assessorato al Lavoro e alle Attività produttive del Comune di Napoli, l’iniziativa ha acceso i riflettori su un fenomeno degenerativo che ha forti collegamenti con la criminalità organizzata, il riciclaggio del denaro, la prostituzione.
Allarmanti i dati: solo a Napoli operano 106 sale gioco mentre il numero degli esercizi commerciali e/o pubblici dove sono installati giochi leciti arriva a ben 2.115 unità. Quindicimilioni sono, inoltre, i giocatori abituali, 3 quelli a rischio patologico, circa 800.000 i giocatori già patologici. La spesa necessaria per curare i ludopatici è pari a 5, 6 miliardi l’anno. Il gioco d’azzardo è, dunque, l’unico settore che non conosce contrazione né crisi: con 100 miliardi di fatturato che lo rendono la terza industria italiana. Otto sono i miliardi di tasse corrispondenti ed i dati parlano del 12% della spesa delle famiglie italiane, del 15% del mercato europeo del gioco d’azzardo, del 4,4% del mercato mondiale, di 400.000 slot-machine e di 6.181 locali e agenzie autorizzate.
Il Convegno ha visto la partecipazione del responsabile nazionale di Mettiamoci in gioco, Don Armando Zappolini, che ha illustrato le finalità della campagna e lo spot realizzato.
 

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