migrantiROMA – «In Europa 880 mila persone sono ridotte in schiavitù, un terzo delle quali destinate alla prostituzione e quasi 700 mila vittime di sfruttamento per lavoro. Un business che frutta oltre 35 miliardi annui e che imprigiona 21 milioni di persone, alimentando l’illegalità, la tratta, il dumping contrattuale e la concorrenza sleale». Sono parole del segretario confederale della Cisl, Liliana Ocmin pronunciate nel corso del Convegno:  “Le sfide dell’Immigrazione: solidarietà, lavoro e integrazione”, organizzato a Roma da Cisl, Fai Cisl, Filca Cisl ed Anolf, in occasione della Giornata internazionale del Migrante. Ocmin cita dati dell’Ilo. I rappresentanti della Cisl hanno anche fornito altri dati:  nel 2013, delle 101.912 aziende controllate dagli ispettori del lavoro, in 56.003 imprese (56%) sono state riscontrate delle irregolarità che vanno dal lavoro nero alla mancata osservanza della tutela del lavoro minorile, dallo sfruttamento di lavoratori non comunitari irregolari all’elusione contributiva e delle norme della salute e sicurezza. Le ispezioni hanno consentito poi di verificare 202.379 posizioni lavorative, individuando 91.109 lavoratori irregolari, di cui 32.548 totalmente in nero, pari al 36% del totale. In 439 casi, la violazione della legge ha assunto carattere penale poiché si sono verificati casi di sfruttamento del lavoro minorile: ben 816 sono gli immigrati irregolari, risultanti dal controllo. Il lavoro irregolare e’ preponderante in agricoltura (58%) e nell’edilizia (43%). «Questi dati allarmanti ci devono spingere subito ad agire, potenziando, da una parte, il raggio di applicazione delle norme valide a contrastare lo sfruttamento lavorativo e la tratta, dall’ altra, incrementando l’ azione sindacale sul territorio», ha detto ancora Ocmin.

di Aldo D’Amore

(credit: redattore sociale)

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