sciopero fame coop socialiNAPOLI – Duemila disabili gravi, che fino ad ora potevano contare sul sostegno delle cooperative, da oggi resteranno abbandonati a se stessi. E’ l’ultimo capitolo del braccio di ferro tra Osa (operatori socio assistenziali) e Comune di Napoli, per via della mancanza di fondi che ha costretto le cooperative a non elargire diverse mensilità di stipendio ai propri dipendenti. Da ieri mattina i 134 operatori (in servizio presso le varie cooperative che gestivano in appalto l’assistenza ad anziani e disabili) sono in presidio permanente davanti alla sede del Comune. Tra loro anche chi ha scelto di cominciare lo sciopero della fame. Basta anche col “volontariato forzato”, ovvero l’assistenza gratuitamente fornita dagli operatori in questi mesi che, seppur senza stipendio, avevano scelto di svolgere egualmente i propri compiti presso i duemila disabili gravi che senza sostegno si sentirebbero persi.
NESSUNA CERTIFICAZIONE – Una boccata d’aria sembrava essere arrivata ieri mattina, quando dall’Amministrazione erano arrivate le rassicurazioni: il Comune aveva bisogno di altre 72 ore per ultimare le procedure delle certificazioni, che avrebbero consentito alle cooperative di battere cassa presso gli istituti bancari e continuare quindi ad operare. Stamattina, però, l’amara sorpresa: una delegazione di manifestanti è stata ricevuta a palazzo San Giacomo, dove è stato spiegato loro che non sono le certificazioni non sono pronte, ma che probabilmente non lo saranno nemmeno nei prossimi giorni. Le cooperative, che a questo punto temono che la situazione non si possa risolvere nemmeno col terzo tavolo di crisi insediato sulla questione, non vogliono sentire ragioni: giovedì è l’ultimo giorno utile, se non arriveranno i fondi si partirà con la messa in mobilità dei dipendenti.

di Nico Falco

 
 

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