arte_vendettaNAPOLI – L’arte come vendetta, ovvero un modo per incanalare la rabbia e la voglia di rivalsa e trasformarli in creatività, sfuggendo ai classici meccanismi che, agendo sui sentimenti che sedimentano in determinate realtà, ne fanno terreno fertile per l’illegalità. Da questo concetto nasce il progetto “L’arte come vendetta”, realizzato dall’associazione culturale Artistik@mente in collaborazione con la cooperativa sociale Il Quadrifoglio e la Comunità pubblica Don Peppino Diana e promosso dal Comune di Napoli – Direzione Centrale welfare e servizi educativi – Servizio giovani e pari opportunità, rivolto ai giovani di Miano e a quelli sottoposti a misura penale di collocamento in comunità.
HONZIK – «Questo progetto, – spiega Laura Honzik, dell’associazione Artistik@amente, tutor dei ragazzi coinvolti, – vuole coinvolgere i giovani nella realizzazione di un prodotto artistico, un prodotto cinematografico, che abbia come finalità un messaggio che possa essere condiviso dagli altri giovani e che vede l’arte come un motore per la rivincita del territorio. E’ un modo innovativo perché l’arte sarà quel mezzo attraverso il quale andare oltre una mentalità vendicativa, che poi è quella alla base delle faide camorristiche, e combattere invece con la creatività, dando ai ragazzi una rivincita».
IL FESTIVAL – Il progetto, presentato presso il Centro giovani ragazzi ‘Sandro Pertini’, a Secondigliano, si concluderà a giugno con la manifestazione “il clan degli artisti”, festival incentrato proprio sulle varie forme d’arte durante il quale verranno presentati i lavori delle associazioni presenti sul territorio nell’ambito dei finanziamenti concessi dal Comune di Napoli e destinati a promuovere interventi nel settore delle politiche giovanili.

di Nico Falco

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