CIE MANIFESTAZIONE PROTESTA CENTRI IDENTIFICAZIONE ROMA IMMIGRATI CLANDESTINIROMA – Tre referendum abrogativi nazionali sono stati depositati dai Radicali sul tema dell’immigrazione: uno per cancellare il reato di clandestinità, “caso aberrante di criminalizzazione di una condizione anziché di una condotta”, uno relativo ai Cie – due mesi di permanenza massima – e infine uno per eliminare le norme che “precarizzano il lavoratore migrante e lo costringono ad accettare condizioni economiche e lavorative misere”.
Il referendum sull’abolizione del reato di clandestinità propone questo quesito: “Volete che sia abrogato l’articolo 10-bis del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero), nel testo risultante per effetto delle successive modifiche e integrazioni?”. L’articolo 10 bis riguarda l’ingresso e il soggiorno illegale nel territorio dello Stato.
Il referendum sui Cie propone un quesito che abroga l’articolo 14 comma 5 del testo unico sull’immigrazione n.286 del 1998 e successive modificazioni, cancellando la parte della normativa che dispone la possibilità di prorogare il trattenimento degli immigrati irregolari nei Cie oltre il termine di 60 giorni, “sufficienti nella maggior parte dei casi a comprendere se l’identificazione è realmente possibile”.
Il referendum sul lavoro prevede l’abrogazione degli articoli 4 bis e 5 bis del testo unico sull’immigrazione, entrambi incidenti sul permesso di soggiorno perché legano indissolubilmente la possibilità di restare nel nostro paese – anche di cittadini da anni in Italia – alla stipula di un contratto di lavoro.
Iniziando la raccolta firme nel mese di giugno, i referendum si voterebbero nella primavera 2014. Servono 500 mila firme.

di Mirko Dioneo

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