monopoliBARI – Un giardino per bambini mai nati. Non è il titolo di un film, ma l’idea di un comune in provincia di Bari. Un’azione che porta pochi consensi da parte di istituzioni e associazioni che tutelano i diritti delle donne, tra cui Giraffa onlus, presieduta da Maria Pia Vigilante, la quale intervistata sull’argomento lo ha ribattezzato il «ghetto dei feti». Le polemiche, partite principalmente dal centro-sinistra, riguardano in particolar modo la legge 104. Il cimitero in cui sorge è quello di Monopoli, dove è stata individuata un’area da destinare ai bambini mai nati a causa di un aborto terapeutico o spontaneo. Secondo il comune il cimitero in questione è conforme alla legge. L’avvio delle sepolture segue il provvedimento approvato dalla giunta comunale il 29 maggio 2012 su istanza di Movimento per la Vita, associazione cattolica antiabortista, sede locale, e su esortazione dell’ufficio di Curia per il laicato, la famiglia, la vita, vocazioni – ufficio difesa e promozione della vita della Diocesi Conversano – Monopoli. La legge 285 del 1990 (approvazione regolamento di polizia mortuaria) prevede la possibilità di seppellimento dei prodotti abortivi di presunta età di gestazione dalle 20 alle 28 settimane complete e dei feti che abbiano presumibilmente compiuto 28 settimane di età intrauterina e che all’ufficiale di stato civile non siano stati dichiarati come nati morti.
IL CIMITERO – A richiesta dei genitori, nel cimitero possono essere raccolti con la stessa procedura anche prodotti del concepimento di presunta età inferiore alle 20 settimane. I parenti o chi per essi sono tenuti a presentare, entro 24 ore dall’espulsione od estrazione del feto, domanda di seppellimento alla unità sanitaria locale accompagnata da certificato medico che indichi la presunta età di gestazione ed il peso del feto. I permessi di trasporto e di seppellimento sono rilasciati dall’unità sanitaria locale. Tutto nel rispetto della volontà degli utenti. «La legge autorizza esclusivamente la sepoltura dei feti – afferma Silvana Melli, direttrice sanitaria Asl Bari – mentre non è consentita quella degli embrioni, come pare stia avvenendo a Monopoli». Il caso è destinato a far discutere. Nel frattempo, sabato 9 marzo, per rispondere alle accuse ricevute il sindaco di Monopoli, Emilio Romani, e l’assessore ai Servizi Sociali, Giuseppe Campanelli hanno annunciato una conferenza stampa sul tema, a cui prenderà parte anche il presidente nazionale del “Movimento per la vita”, Carlo Casini.

di Mariangela Pollonio

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