ROMA – Bulli di nuova generazione. Padroni delle tecnologie, le usano come strumento di attacco ed emarginazione dei coetanei: scelgono la vittima, la puntano e la perseguitano sui social network, le inviano sms o e-mail minacciose, creano gruppi “contro” su Facebook e vi diffondono immagini imbarazzanti, denigratorie della vittima. Oppure spiattellano sulla piazza virtuale notizie e foto intime. Comportamenti da cyber bullo, declinazione 2.0 del teppista di ieri.
A disegnare l’identikit del bullo Ipsos e Save the Children nella ricerca dal titolo “I ragazzi e il cyber bullismo” realizzata in occasione del Safer internet day, la giornata internazionale promossa dalla Commissione europea per diffondere un uso sicuro e responsabile dei nuovi media e delle nuove tecnologie arrivata alla sua decima edizione. 810 ragazzi tra i 12 e i 17 anni, dal Nord al Sud alle isole, chiamati a descrivere confini ed espressioni del cyber bullismo considerato da due su tre la principale minaccia per i ragazzi, più della droga, più della paura di molestie sessuali, più del pericolo di contrarre malattie sessualmente trasmissibili. Un fenomeno diffuso su tutto lo stivale che assume sfumature diverse da regione a regione ma che per la maggior parte dei ragazzi è più doloroso proprio perché virtuale. L’83% dei giovani considera gli episodi di cyber bullismo molto più angoscianti per la vittima proprio per l’effetto amplificazione della rete, perché su internet non ci sono limiti a quello che si può dire e fare, perché la denigrazione non si riduce alle ore di scuola o al tempo trascorso in palestra ma può andare avanti tutto il giorno, fino a notte.

CAMPANIA – Secondo la ricerca, che ha diviso il campione per regioni, per i ragazzi campani, in continuità con quelli italiani, è la scuola il luogo dove le vittime vengono prese di mira (78%). Ma anche nei luoghi dove si fa sport si può più facilmente essere puntati dal branco. Rispetto al 37% del valore nazionale, in Campania quasi la metà dei ragazzi intervistati (47%) considera la palestra o il campetto pericolosi. Chi sono le vittime? Di fondo è sempre una particolarità ad attirare: nel mirino dei cyber bulli campani ci sono infatti i “diversi”, i secchioni ma anche le ragazze bruttine. L’isolamento è la grave conseguenza di questa violenza: il 56% afferma che le vittime finiscono per non volere più uscire di casa e il 45% teme che ci possano essere anche atti di autolesionismo. Per il 41% dei ragazzi campani intervistati il cyber bullismo è un fenomeno noto e ne sono stati testimoni. Per il 7% si tratta addirittura di un’esperienza consueta, quotidiana. Il rifugio appare sempre la famiglia. Più della metà delle madri campane (53%) condivide foto, password e monitora con attenzione l’attività dei figli minori in rete, ma nonostante ciò i ragazzi chiedono più vigilanza da parte dei genitori e maggiore informazione sul tema.
PUGLIA – Per i ragazzi pugliesi sono soprattutto l’aspetto estetico (75%), il successo scolastico (67%) e il diverso orientamento sessuale (64%) gli elementi che attirano le cattive attenzioni dei cyber bulli. Anche per loro la scuola resta il luogo privilegiato in cui scegliere la vittima. È tra i banchi della classe che il branco punta la preda nell’86% dei casi, ma il 73% dei ragazzi pensa che non ci sia luogo sicuro: ovunque si può essere presi di mira. Come soluzione del problema i giovani pugliesi intervistati chiedono punizioni maggiori per i loro coetanei nel 53% dei casi e controlli più stringenti non solo da parte dei genitori (invocati dal 33% del campione) ma anche e soprattutto da parte dei gestori delle piattaforme dove gli atti di cyber bullismo vengono consumati: per il 54% dei ragazzi spetta a loro il compito di vigilare.

di Antonella Migliaccio

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