PALERMO. Vivere la propria sessualità è difficile per un migrante, spesso schiacciato da leggi restrittive nei paesi di provenienza e dai pregiudizi nei luoghi di arrivo. Nasce «La migration» un nuovo punto di riferimento per la comunità omosessuale siciliana e non solo. Il 20 novembre, alle 19, sarà inaugurato a Palermo, al Blow Up, in piazza Sant’Anna 18, lo sportello per migranti lgbt. «È il primo sportello del centro e sud Italia – precisa Daniela Tomasino, presidente Arcigay Palermo – gli altri sono solo a Milano e Verona. Lavoriamo affinché i diritti di lesbiche, gay, transgender, bisessuali e dei migranti, siano semplicemente diritti della persona».

LA GESTIONE – Lo sportello, gestito da Arcigay Palermo e dall’associazione Diaria, con la collaborazione di alcuni esponenti dell’Unione mediatori professionisti, avrà sede presso il Blow Up tutte le domeniche pomeriggio. Un lavoro iniziato tre mesi fa, con una fase preparatoria per la raccolta di contatti e per la formazione dei volontari. A promuoverlo c’è Ana Maria Vasile. Originaria del nord est della Romania, è arrivata dodici anni fa a Palermo, dove lavora da tre anni come mediatrice interculturale. «Ho vissuto sulla mia pelle il doppio disagio – spiega Ana Maria Vasile, responsabile dello sportello – quello di essere immigrata e omosessuale. Così ho provato ad affrontare questa discriminazione offrendo un servizio ai migranti che vivono Italia. La Sicilia è un crocevia fondamentale nel Mediterraneo, soprattutto per gli sbarchi a Lampedusa. In molti provengono dall’Africa, dove esistono misure severe, fino alla pena di morte, per gli omosessuali. L’immigrato lgtb che arriva in Italia vive una doppia emarginazione, sia all’interno della propria comunità locale che non ne riconosce i diritti, sia tra gli italiani, poiché straniero. Noi lavoriamo alla realizzazione di questa doppia integrazione, oltre a offrire un sostegno legale e umano. Vogliamo far sapere a tutte le comunità di Palermo che ci siamo». Tra gli obiettivi dell’iniziativa c’è quello di promuovere attività di animazione e di confronto anche al di fuori dello sportello, nelle comunità di appartenenza degli immigrati o presso le istituzioni, per dare risposte adeguate a un migrante omosessuale o trans.

Stefania Melucci

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