UDINE. Qualche ora in carrozzella per verificare l’accessibilità della città. L’esperimento è del sindaco di Udine, Furio Honsell, che ha accettato l’invito dell’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare di percorrere su una sedia a rotelle, assieme ad un gruppo di persone con disabilità, un breve tragitto attraverso il centro. Un’iniziativa voluta per richiamare l’attenzione sul tema delle barriere architettoniche, cui è dedicata una mostra fotografica, “Questa è la mia città”, che si può visitare a Udine alla Galleria “Modotti” (ex mercato del pesce) fino al 13 novembre, dal martedì alla domenica dalle ore 15.00 alle ore 18.00 e il sabato anche dalle ore 10.30 alle ore 12.30.

Nella sede della mostra è avvenuto l’incontro tra Honsell e una decina di persone in carrozzina. Dopo i saluti iniziali il sindaco si è seduto sulla carrozzina manuale che gli è stata messa a disposizione, chiarendo che si trattava di un atto compiuto con il massimo rispetto per le persone con disabilità e in risposta ad un preciso invito che gli è stato fatto da una delle associazioni che le rappresenta. Ha quindi affrontato da solo la rampa che consente l’ingresso alla Galleria “Modotti”, visitando la mostra, accompagnato dal consigliere della Uildm, Innocentino Chiandetti. Il gruppo è quindi uscito all’esterno muovendosi lungo le strade e i marciapiedi del centro cittadino. Il sindaco, sempre seduto in carrozzina e sempre continuando a spingersi da solo, si è scontrato con la fatica e le difficoltà che comporta il muoversi su di una carrozzina anche in una delle zone più “accessibili” di Udine. “Honsell ha constato direttamente come una soglia anche minima possa impedire la mobilità – spiega l’associazione -, come gran parte dei bar e dei negozi abbiano all’ingresso uno o più gradini, come anche una rampa possa diventare un ostacolo quando è troppo ripida”. Lungo il tragitto il primo cittadino ha potuto dialogare direttamente con diverse persone disabili che hanno colto l’occasione per indicargli alcune delle criticità più forti presenti in città.

di Francesco Adriano De Stefano

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