“Dobbiamo evitare che, quando ne avremo più bisogno, il mondo del non profit italiano sia assente all’appello”. Queste le parole che Enzo Manes, Presidente della Fondazione Italia Sociale, ha usato per lanciare, attraverso la testata web Linkiesta la proposta di creare un fondo che assista le organizzazioni non profit per aiutarle a superare la profonda crisi scatenata dall’emergenza COVID-19.
“Quando ci troviamo di fronte a un’epidemia, come in questi giorni, ci rendiamo conto che non possiamo cavarcela da soli e ci rivolgiamo allo Stato (ed il sistema sta rispondendo con tutte le sue risorse). Ma più avanti, quando torneremo alla normalità, sarà necessaria una rete più ampia di solidarietà”, scrive Manes, che poi aggiunge: “L’emozione oggi sta concentrando la raccolta fondi sulle esigenze della sanità e della prima assistenza. La risposta di individui e aziende è formidabile: le donazioni si susseguono a ritmo serrato e coinvolgono una platea amplissima. Quando faremo un bilancio probabilmente i numeri diranno che mai prima la generosità dell’Italia si è mobilitata di più per contribuire con risorse private ad affrontare l’emergenza. Dovremmo anche preoccuparci però di tenere in vita un sistema di volontariato e imprese sociali che nel post-emergenza sarà più che mai fondamentale”.
Di qui la proposta: “Creare un fondo che assista le organizzazioni non profit per aiutarle a superare questa fase. Si potrebbe replicare l’esperienza del “Non Profit Recovery Fund”, creato a New York da tutte le principali fondazioni filantropiche dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001. Con quelle risorse si diede un sostegno a fondo perduto ai bilanci delle organizzazioni senza scopo di lucro che avevano subito perdite a causa dell’emergenza”. Enzo Manes scrive anche di un possibile “salto di scala”: “Alimentare il Recovery Fund anche con un contributo di solidarietà a valere sulla ricchezza privata. In Italia, per avere un ordine di grandezza, il private banking e il wealth management hanno in gestione 912 miliardi di euro per conto di circa un milione di clienti facoltosi. Se dai patrimoni superiori al milione di euro fosse prelevato l’1 per mille una tantum si potrebbe creare un fondo di dimensioni sufficienti ad un’azione di impatto significativo”.
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